A dirci che qualcosa è cambiato è Stefano Bartezzaghi, su Repubblica:
La notizia, allora, non è tanto di ordine letterario quanto di ordine editoriale; commerciale, se vogliamo proprio spoetizzarci. Per la prima volta le raccolte di racconti vanno in classifica, e non sono più considerate le cenerentole dell'editore.
Su come andrà la cosa per gli editori, non so. Però mi piace questa onda lunga della scrittura corta. Mi piace che i libri non siamo più selezionati e giudicati a peso. E che semmai, contenuti in una manciata di pagine, senza l'imperativo di sommergerci sotto una valanga di parole, possano aiutarci a riscoprire il piacere raro della lettura lenta, riflessiva, magnificamente pigra.