Passeggiando per le strade di roma a volte capitano cose buffe. Come per esempio trovare un manifesto autoprodotto (in realtà un semplice foglio di carta bianca) con su stampata una poesia di Trilussa, che vedete riprodotta in foto qui sotto ...
... ma che per comodità vi riporto in chiaro
Quanno che nonna mia pijò marito
nun fece mica come tante e tante
che doppo un po' se troveno l'amante...
Lei, in cinquant'anni, nu' l'ha mai tradito!
Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
che je voleva fa' lo spasimanteje disse: - V'arigalo 'sto brillante
se venite a pijavvelo in un sito. -
Un'antra, ar posto suo, come succede,
j'avrebbe detto subbito: - So' pronta.Ma nonna, ch'era onesta, nun ciagnede;
anzi je disse: - Stattene lontano... -
Tanto ch'adesso, quanno l'aricconta,ancora ce se mozzica le mano!
e mi viene spontaneo chiedermi: cosa voleva dire l'anonimo (o l'anonima) che questo manifesto lo ha stampato e poi incollato sul muro? Giustificare un tradimento oppure perdonarlo? E quanti noi si mordono ancor oggi le mani per un no (ma anche per un si) detto d'istinto tanto tempo fa?