ingiustizia.equa suddivisione.suddivisione dei compiti. compiti a casa. Casa e chiesa
E' del tutto normale che sia così. Il mio pensiero, voglio dire. Che segua queste strade. Com'è stato sempre per la stragrande maggioranza dei miei contemporanei. D'altra parte è normale che quando, per tutta la vita, il vostro sguardo finisce per schiantarsi contro ad un orizzonte sempre poco più lontano di un metro, finiate per curarvi soprattutto di voi stessi - il grosso del vostro visibile - ed inevitabilmente trascuriate la ricerca di una sapienza diversa. Tutto ciò che desterà il vostro interesse saranno il vostro corpo, la vostra mente, i vostri organi. Originali o clonati che siano, sono quasi tutto ciò di cui avrete da pensare, per tutta la vita. Sarà per questo che si parla di sé stessi come di un noi: perché si arriva ad essere soprattutto osservatori della propria anatomia, della propria carne che diventa come quella di un estraneo, interessante, oggetto dei nostri pensieri e dei nostri sguardi. L'unico che spesso rifuggiva a questa regola generale, era, manco a dirlo, Imix, il quale coltivava, nonostante le circostanze nettamente sfavorevoli, il sogno dell'esplorazione e così spesso si allontanava dalla nostra città, Noland, per avventurarsi in direzione delle altre, che noi conoscevamo solo perché erano nomi scritti su di un elenco numerato sulle tabelle fiscali della provincia: Riennes, Nullopoli, Nikilburg... Poi, al ritorno, raccontava ciò che aveva visto: una volta trovò un posto dove c'era molta meno nebbia, diceva, trovò in un fosso un cavallo morto, c'era un luogo in cui i genitori portavano i figli a spasso col guinzaglio. Disse che una volta conobbe un vecchio che si ricordava le stelle. Capitò, durante una spedizione, che incontrasse una ragazza e se ne innamorasse perdutamente. Da lì al matrimonio fu una cosa da nulla. Da quello discesero i figli, e dai figli, secondo me, provenì la malattia di Imix.