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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -18-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
chiesa e stato. stato di necessità. Necessità fisiologiche
L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -18-Mi accorgo che Qui, il Qui dell'Ora, è del tutto immutabile e adesso vi spiegherò da cosa mi deriva questa considerazione: continuo a ricordare, anche con dovizia di particolari, con minuzia d'acuta critica, lasciatemelo dire, tutta la mia vita d'allOra, mentre di Ora non riesco a ricordare nulla se non che ricordo l'allOra. E l'allOra viene sempre rievocato, ed il tempo passa anche nell'attuale dimensione, senza che si produca altra memoria che non questa. Che è l'unica osservazione che mi è possibile fare. E che se ricorderò, sarà l'unica cosa da ricordare. Quanto tempo è passato da che io sono qui? Dove sono gli altri? Le persone che vedo, chi sono? La mamma di Ik - e quindi di Imix - sarebbe guarita anche senza il nostro sacrificio? Siamo alla luce o l'oscurità è diventata il mio ambiente naturale? E' vero che una volta, sulla torre d'osservazione, dei tizi hanno visto nevicare? E gli altri dove sono, Ora? Li potrò raggiungere? Se fosse vero che ricordo tutto, così lucidamente, come dico, non saprei anche dove sono adesso? E anche chi sono in relazione a questo posto? Ci sono venuto io, di mia spontanea volontà o mi ci hanno portato, spinto legato, trascinando un filo? Sarò nel recinto? Se fossi davvero nel recinto, il mio sacrificio, chi dovrà salvare?chiesa e stato. stato di necessità. necessità fisiologiche. Fisiologiche soluzioni
Ora qualche domanda vorrei farla a voi. Conoscete il mito di Er, ne La Repubblica di Platone? Si racconta che le anime di ritorno dall'Ade, in procinto di tornare sulla terra, si decidano da sé quale vita vorranno vivere. Ora... ponete che anche voi, anche io abbiamo avuto questa possibilità, ampliata al punto che ci sia stato concesso di scrivere la vita che avremmo voluto vivere. Vi siete mai chiesti perché avete scelto questa esistenza? Perché avete voluto circondarvi di queste persone? Perché avete scelto questi genitori, questo lavoro, questi figli, questo tutto? Pensavate davvero che fosse la migliore delle esistenze tra cui potevate scegliere o intendevate forse espiare qualche vostro peccato? Vi sentivate in colpa per qualcosa e avete così creduto di dovervi punire? Pensate che si sia verificato un evento durante il corso della vostra esistenza che sia stato così importante, edificante e bello che sia valsa la pena di vivere anche tutto il resto di grigiume che lo circonda? O, mai emersi da questo pantano, siete ancora in attesa che questo evento si verifichi? E in questo caso, coltivate una vera speranza o state disperando che avvenga sul serio? Pensate che non vivrete abbastanza da poterlo vedere? Insomma, per concludere, la domanda che dovrebbe essere fondamentale, a conclusione dello stupido questionario che vi ho posto: pensate che ne valesse la pena?Avremo una grotta, laggiù nell'Ade, o almeno un angolino sperduto e tranquillo in una di esse, in cui potremo portarci qualcosa di ognuna di queste vite, qualche ricordo bello o brutto, ma significativo, per formarci una collezione di istantanee delle nostre vite passate, dove potremo riposare, in attesa di vagliare nuove ipotesi esistenziali, e intanto rimirarle e chiedere loro un muto suggerimento? Avremo tale posto, tale possibilità? Se sì, cosa ci porteremo da questa nostra vita? Come arrederete la vostra stanzetta all'inferno?

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