plastiche facciali.facciali frontali.Frontali mortali
Forse Qui ed Ora, io sono un funzione di una precisa esigenza - pensavo. Come diceva, quello? Memoria, attenzione, attesa. Alle spalle ho la memoria. Di profilo tre-quarti l'attenzione. Di fronte a me c'è l'attesa. Ecco, allora io sto attendendo. Potendo solo guardare in avanti, intendo, pure con la conseguenza di non avere la più pallida idea di che cosa io stia attendendo. E se ciò che aspetto mi arrivasse, invece, alle spalle, da dietro, senza che io lo possa scorgere e riconoscere? Se fosse - altrimenti - già la dietro, seduto da ore, appoggiato mollemente ad un lampione, stanco, stremato, impossibilitato però a tornarsene a casa - non ne ha il mezzo/non ha una casa - oppure costretto da un codice d'onore antico ed inviolabile a cui prestò giuramento a starsene lì, ad aspettare, per l'eternità - con eternità che diviene termine esagerato, dacché la sua attesa dovrà pure avere avuto un inizio nel tempo, non avrà avuto con me un appuntamento a prima del tempo, dico io, ad un appuntamento del genere non si può non arrivare puntuali - no, non si può non arrivare puntuali - se fosse là dietro, dicevo, da interminabili anni? Là, in attesa di Me? Io che gli sto di fronte. Lui dietro. Già nella memoria l'oggetto della mia attesa? Sì, beh, anche se una volta capitava anche a me, sappiatelo, modestamente, d'essere l'oggetto dell'altrui attesa, di godere del fare aspettare.O sono un feto in attesa di nascere. Son qua, tutto tremante, trepido, ho passato mille anni forse nel terrore della morte e del mio destino ultraterreno e magari, invece, non sono ancora nemmeno nato. Oppure aspetto ancora la sentenza definitiva. Forse, vista la luce, dimenticherò tutta la vita, tutte le vite già vissute. Forse la mia coscienza, invece, occupa uno spazio che non appartiene al mio corpo. A causa di uno strano spostamento, del trascinamento di un movimento residuo, dell'inerzia di un sogno, per colpa di una fluttuazione insondabile ed invisibile, del fulmine, del terremoto, di una repentina cosmica comica caduta.Per di più non riesco a capire se ciò che è - apparentemente - me, proietti una qualche specie di ombra. Sarebbe importante saperlo, vederla. Non solo mi darebbe la sicurezza d'essere materia, d'essere cioè qualcosa che riesce a spezzare la luce, ma mi darebbe anche un'idea della forma che mi appartiene. Capirei inoltre con certezza, o quasi, di quanti arti sono provvisto, se indosso degli accessori, se porto il cappello, il bastone, il pastrano. Anche se, poi, non fossi materia, che sarei? Potrei comunque essere materia e non spezzare la luce, ad esempio se fossi puro spirito, pensiero... ma lo spirito quanto pesa? Davvero getta un'ombra?Perché Imix mi diceva che avrei fatto meglio a trovarmi un lavoro serio? Qual era il mio lavoro? Oooooh non vedo nulla... e per quanto ne so potrei essere davanti ad uno specchio. No. Non è buon segno. (Anche per lo specchio, intendo dire.)