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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -31-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -31-Decisamente - soprattutto - però. Qui dove sono Ora mi servirebbe quell'arma. Non saprei come usarla e neppure contro a chi rivolgerla. Ma saprei di averla. E ciò rallenterebbe un po' l'ascesa di quella sensazione che va di me impadronendosi: la paura. Sì. Ho paura. Vorrei quell'arma. Qui con me. L'arma di allOra. Ma erano altri tempi, quelli. Vivevo e quindi potevo uccidere, allOra. Sì, ho paura. Non del buio che mi si stende davanti ed attorno. Inizio ad avere paura - piuttosto - di scoprire che il nulla vuoto inconsistente - solo buio - sia invece popolato da cose, creature, enti sconosciuti che con me questo stesso niente coabitino. Avessi un'arma sarei più tranquillo. Incomincio ad avere anche freddo. Sento dei suoni. O meglio: capisco che si producono dei suoni. Ne sento riecheggiare dentro la vibrazione quasi incessante. Come se voi foste sordi e vi cadesse a fianco una tonnellata d'acciaio. L'onda del boato vi scuoterebbe attraversandovi, lo spostamento d'aria vi smuoverebbe, forse vi getterebbe a terra. Non sentireste nessun suono. Vi potreste solo immaginare ciò che vi è (ac)caduto a fianco. Ovvio, dovreste anche essere ciechi, o al buio, se no sarebbe troppo facile. Così mi sento io: in balia delle onde generate da schianti e grida, nel nulla di tutti i sensi.Una volta, uscendo dalla Sua abitazione, dove mi ero recato per la solita visita di cordoglio, ho scorto, non troppo distante per la verità, Imix che rincasava. Lento e barcollante. Senza fiato. Lo sentivo, a quella distanza, respirare a fatica, diciamocelo, rantolava. Non so quanto fosse lucido, certo, proseguiva, in qualche modo, nel cammino, lo trascinava la volontà di ritornare a casa, ma, a metà del tragitto, in una via senza uscite laterali, c'ero io. Tra lui e casa sua. Lui mi ha visto. Ha visto ed ha senz'altro capito che venivo da casa sua. Non so cos'abbia pensato di preciso in quel momento. Non credo nulla di particolare. Forse però gli è balenata in testa l'ipotesi che io lo controllassi, che magari fossi io il suo terminatore, che niente niente mi piacesse pure sua moglie e mi approfittassi del suo stato.Tutto ciò mi fece infuriare.Non ci vidi più.Letteralmente: riuscivo a scorgere solo a fatica le forme, le figure che mi circondavano. Tutto era ammantato d'un color rosso sangue, sentivo il cuore pulsarmi nel petto, nella testa, negli occhi, mi sentivo gonfiare, ingrandirmi, esplodere. Uccidendolo col calcio della pistola.Sentivo di diventare il Minotauro.La Genesi del caos.R: Ooooh ma... ohhhh.... L'HO FATTO!

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