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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -7-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -7-sensi incantati. incantati sguardi. Sguardi d'amore.
Comunque, stavo dicendo... perché l'ho gia detto, vero? Quella cosa che seguivamo le cacche degli agnelli. Insomma, questo facevamo. Ecco, si camminava molto, molto a lungo in mezzo a quella nebbia e riuscivamo a intravedere solo le nostre facce, il sentiero e le cacche. Ci si metteva tanto, sì, ma si arrivava poco lontano, al posto dove la pista di cacche finiva sempre, a quel recinto. Allora ci mettevamo ad ispezionarlo palmo a palmo senza mai tralasciare un dettaglio, neanche fossimo la squadra scientifica di qualche telefilm poliziesco. Scavalcato il recinto, ci dividevamo. Era piccolo, ma quella nebbia era sufficiente perché non riuscissimo a vedere da un estremo all'altro, sempre che di estremi si possa parlare, che era un recinto circolare, beh, comunque ci siamo capiti, ci dividevamo per poterlo ispezionare meglio, poi si ritornava al centro (cozzando) ed ognuno ripeteva la solita parola: Vuoto. Fu un gran bel mistero per noi, anzi, fu il nostro Mistero, per moltimolti anni. Dove finivano, quei benedetti agnelli, ogni volta? Avremmo potuto capire qualcosa di più di tutta la faccenda già allora, se ci avessero consentito di seguire l'uomo che le conduceva e magari interrogarlo, ma tutto questo era assolutamente proibito. E, per colmo della sfortuna, quel tizio non cagava neppure per terra. 

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