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L'operaio che si fece romanziere. La morte di Vincenzo Guerrazzi.

Creato il 22 giugno 2012 da Cirano2
E' morto Vincenzo Guerrazzi. Calabrese,  originario di Mammola in provincia di Reggio Calabria, aveva lasciato il lavoro in fabbrica all'Ansaldo di Genova per dedicarsi alla scrittura e alla pittura.L'operaio che si fece romanziere. La morte di Vincenzo Guerrazzi.L'arte come strumento della lotta di classe che Guerrazzi condusse non solo contro i padroni, ma anche contro i dogmatismi e le ottusità della sua "bottega", così legata alla "chiesa" del PCI e al suo modo bacchettone di vivere in pieno la libertà.Dalla catena di montaggio alla letteratura il passo sembra enorme, ma non per Guerrazzi che sulla scorta dell'esperienza della manifestazione operaia del 22 ottobre del 1972, firma "Nord e Sud uniti nella lotta".Un romanzo postnaturalista e provocatorio che riporta il mito della classe operaia alla realtà di tutti i giorni, dove i rivoluzionari parlano di calcio, politica e donne....ed il lessico è quello quotidiano, ripreso  dalle scritte graffiate nei bagni della fabbrica.L'opera provocò molti mal di pancia a sinistra e un sequestro da parte di un zelante magistrato dell'epoca:  Bartolomei, che in piena finale del premio Sila regalò una pubblicità immensa quanto involontaria all'opera, anche perchè l'autore ottenne il sostegno della sinistra democratica calabrese Giacomo Mancini in testa.Scrisse la giuria del premio: « Il libro di Guerrazzi », è la motivazione della giuria, « smantella quella mitologia che rappresenta l’operaio secondo modelli ottocenteschi. Guerrazzi porta le prove che l’operaio va preso per quello che è: per la sua passione politica, ma anche per i suoi “vizi”, per il gusto del gioco, per i suoi capricci sportivi e le ossessioni sessuali. Come è fatto non lo si scopre solo nelle riunioni sindacali o nei comizi o nelle manifestazioni di protesta. L’operaio si confessa nelle latrine, sui cui muri registra ogni più libero desiderio, come se sognasse, senza che alcuno lo censuri ».

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