L'operazione "tempesta" quindici anni dopo

Creato il 10 agosto 2010 da Pasudest
Il 5 agosto scorso la Croazia ha celebrato il quindicesimo anniversario dell'Operazione Tempesta (Oluja) che portò alla riconquista della Krajina e alla fine vittoriosa della guerra con la Serbia scoppiata quattro anni prima. Nel 1991, nei mesi in cui si consumava la dissoluzione della Jugoslavia e prendeva avvio la guerra con la Serbia di Milosevic, la Croazia aveva proclamato l'indipendenza, mentre la maggioranza serba della Krajina e della Slavonia croate avevano a loro volta dichiarato la secessione dalla Croazia. La Repubblica Serba di Krajina, con capitale Knin, non ricevette però mai alcun riconoscimento internazionale. Nell'agosto del 1995 l'esercito croato con l'Operazione Tempesta rioccupò gran parte del territorio della Krajina. L'offensiva provocò l'esodo di oltre 200 mila civili serbi: la cifra esatta come sempre in questi casi è diversa secondo le fonti, così come varia il numero di morti civili (circa 2000 secondo le organizzazioni non governative serbe), dei dispersi e delle abitazioni di serbi distrutte o depredate.
Per la Croazia il 5 agosto è festa nazionale e anche quest'anno a Knin come nel resto del paese è stata celebrata la giornata di ringraziamento dei difensori della patria nella guerra degli anni ’90. In Serbia, nella Republika Srpska di Bosnia e nel resto delle comunità serbe dei Balcani, al contrario, migliaia di persone hanno partecipato a funzioni religiose e messe di suffragio in ricordo dei caduti e dei dispersi. Quella che per i croati è stata una legittima operazione militare per la riconquista del proprio territorio, per i serbi resta un'operazione di pulizia etnica. Da ricordare che per l'Operazione Tempesta sono a giudizio davanti al Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia gli ex generali croati Ante Gotovina, Ivan Cermak e Mladen Marcak, accusati di crimini di guerra e per i quali la procura del Tpi ha chiesto condanne tra i 17 e i 24 anni di reclusione.
Il presidente serbo, Boris Tadic, incontrando i parenti delle vittime ha definito l'azione un crimine, mentre il primo ministro croato, Jadranka Kosor, ha dichiarato che l'operazione fu un atto necessario per porre fine al predominio di Milosevic e all'occupazione militare serba. Più diplomatico il presidente croato Ivo Josipovic che comunque non ha messo in dubbio la legittimità dell'offensiva croata del 1995. Anche quest'anno, dunque, e nonostante il nuovo clima di distensione che si respira da qualche mese tra Belgrado e Zagabria, il 5 agosto è stato motivo di attrito tra i due Paesi.
Il testo che segue è la trascrizione della parte della corrispondenza di Marina Szikora dedicata al quindicesimo anniversario dell'Operazione Tempesta per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda a Radio Radicale sabato 7 agosto.
Giovedi’ 5 agosto, tutta la Croazia ha volto lo sguardo verso il simbolo della sua lotta per la patria, la citta’ di Knin, citta’ reale come si suol dire evocando il suo valore storico in quanto citta’ del re croato Zvonimir. Ed e’ Knin la citta’ in cui ogni anno viene celebrata la giornata di ringraziamento della patria ai difensori della guerra degli anni ’90. Quest’anno pero’ una ricorrenza ancora piu’ speciale poiche’ si e’ celebrato il 15-esimo anniversario dell’operazione militare ‘Tempesta’ con la quale e’ stata liberata la maggior parte del territorio croato occupato dalle forze serbe. Alla cerimonia di Knin hanno partecipato tutti i vertici politici e militari croati, a partire dal presidente dello stato e comandante supremo delle forze armate, Ivo Josipovic, la premier croata Jadranka Kosor, il presidente del parlamento Luka Bebic, fino a quasi tutti i ministri del governo, alti funzionari, parlamentari ma soprattutto, come ospiti speciali, i rappresentanti dei difensori e gli invalidi della guerra per la patria.
“L’operazione ‘Tempesta’ fu un’azione legale e legittima in cui la Croazia libero’ il suo territorio occupato. I difensori, partecipanti nella ‘Tempesta’ meritano il nostro riconoscimento e rispetto. Proprio per questo, con orgoglio e pieno rispetto ricordiamo questa azione. Naturalmente non condividiamo la tesi che la ‘Tempesta’ si qualifichi come crimine” ha detto il presidente croato Ivo Josipovic. Il capo dello stato croato ha sottolineato che la piu’ importante caratteristica della ‘Tempesta’ e’ il suo carattere di liberazione nonche’ il fatto che essa ha fermato le gravi sofferenze della Croazia. “La Croazia fu sottoposta a distruzioni, uccisioni, sequestri del patrimonio culturale ed altro, ma la Croazia si impegna ad eliminare tutte le conseguenze della guerra e a punire i crimini commessi. La soluzione delle questioni aperte che abbiamo con la Serbia sono di interesse sia per la Croazia che per la Serbia” ha detto Josipovic nel suo messaggio in occasione della Giornata del ringraziamento della patria e dell’anniversario della ‘Tempesta’.
In questo spirito, sono state forti le reazioni ed i commenti da parte del governo croato, in particolare della premier Jadranka Kosor a proposito delle dichiarazioni del presidente della Serbia Boris Tadic il quale, in occasione di questa ricorrenza, ha detto che “la Tempesta e’ un crimine che non bisogna mai dimenticare”. A tal proposito, la premier Kosor ha sottolineato:“Condanniamo ogni tentativo di revisione della verita’ storica sull’operazione di liberazione ‘Tempesta’ che e’ stata una delle azioni per liberare il territorio croato ma anche un’azione che aveva sconfitto la politica di Slobodan Milosevic. In nome del futuro, e’ arrivato il momento di liberarsi dall’eredita’ di Slobodan Milosevic. Con questa azione fu finalmente sconfitta militarmente la politica della Grande Serbia di Milosevic e sarebbe bene che anche in Serbia finalmente ne siano consapevoli”. La premier croata ha ricordato che “la Croazia fu brutalmente attaccata e dalla Serbia partirono i carri armati che distrussero le citta’ croate e uccisero i militari ed i civili croati. “Questo e’ un fatto storico e noi in Croazia non permetteremo la revisione dei fatti storici e soprattutto non lo permettiamo per quanto riguarda azioni come questa che hanno finalmente liberato la Croazia”. Il governo croato – ha sottolineato Kosor – si impegna fermamente per il futuro, appoggiando i vicini nel loro cammino verso l’Europa ma per renderlo possibile “e’ indispensabile rispettare le verita’ storiche che devono essere considerate anche per il futuro e per le buone relazioni con i vicini”.
Secondo il presidente Ivo Josipovic, la Tempesta e’ “la corona della guerra di liberazione della Croazia”. Parlando del significato di questa operazione cosi’ importante per la liberazione del Paese nella guerra di occupazione che tutt’oggi viene cosi’ fortemente contestata dalla Serbia e giudicata come un atroce crimine contro la popolazione serba in Croazia, Josipovic ha detto che “come presidente terra’ conto innanzitutto degli interessi dello stato croato. L’operazione militare e poliziesca ‘Tempesta’ e’ la corona di una guerra di liberazione giusta che la Croazia ha condotto per la sua liberta’ ed indipendenza”. Alla domanda come commenta le dichiarazioni del suo collega serbo Tadic, il presidente Josipovic ha ribadito che “la Croazia e’ dedicata alla politica di pace, cooperazione e naturalmente non rinunciera’ ai suoi valori. Sono certo che la storia scrivera’ proprio cosi’ della ‘Tempesta’, mentre la Croazia certamente lotta per stabilire buoni rapporti e per punire tutti i crimini nonche’ per sanare le conseguenze della guerra”. Interrogato se le dichiarazioni di Tadic sulla ‘Tempesta’ nuoceranno le sue relazioni personali con il presidente serbo, poiche’ in tutta una serie di recenti incontri con il presidente serbo, Josipovic lo aveva qualificato come amico, il capo dello stato croato ha detto che qui “non si tratta di relazioni personali. Infine, le relazioni personali sono le meno importanti. E’ lavoro di ogni presidente di qualsiasi stato a tener conto soprattutto degli interessi del proprio paese. Questo sara’ certamente il mio impegno e ritengo che e’ l’interesse della Croazia la normalizzazione delle relazioni – lo e’ in praticolare nell’interesse di tutti i cittadini croati”. Ha aggiunto e ricordato che tutt’ora si cercano molte presone scomparse e che e’ richiesta la restituzione di un grande patrimonio croato. Ci sono anche richieste dall’altra parte, ha detto Josipovic.
Un’altra questione importante in questo momento e’ la richiesta da parte della Procura del Tpi dell’Aja di condannare i generali croati Ante Gotovina, Ivan Cermak e Mladen Marcak a pene molto altre tra 24 e 17 anni. Chiamato a commentarlo, il capo dello stato croato ha detto che “si tratta del lavoro della procura” e ha precisato di sperare che “anche la difesa abbia fatto bene il suo lavoro”. “Vedremo – sara’ il tribunale a decidere” ha detto Josipovic.
Tra i diversi articoli e commenti che in questi giorni si sono occupati della ‘Tempest’ in una edizione speciale dedicata alla maggiore vicenda della vittoria croata nella guerra di occupazione, il quotidiano di Zagabria ‘Vjesnik’ scrive che “l’ex presidente americano Bill Clinton nella sua autobiografia “La mia vita” ha scritto di aver appoggiato la Croazia nella ‘Tempesta’ ritenendo che la sconfitta dei serbi portera’ ad una svolta nei conflitti in ex Jugoslavia e portera’ pace in BiH”.
Proprio per il fatto che con la liberazione del territorio croato e’ iniziato il processo di abbattimento della “Grande Serbia” – scrive ‘Vjesnik’ – la Croazia ha subito fortissime critiche per l’operazione ‘Tempesta’. Una gran parte di questo infuriamento politico si e’ trasformato negli atti di accusa dell’Aja contro i generali croati che avevano condotto questa operazione militare cosi’ perfetta. Loro sono accusati di aver causato il cacciamento della popolazione serba attraverso eccessivi e non selettivi bombardamenti della citta’ di Knin, capoluogo dell’autoproclamata Republica serba di Krajina dei ribelli serbi. A tal proposito, negli ultimi due anni, la procura dell’Aja ha chiesto alla Croazia i cosidetti diari di artiglieria e per tutto questo periodo i negoziati croati di adesione all’Ue sono stati bloccati per quanto riguarda il delicato capitolo giustizia e diritti fondamentali. In base alla recentissima decisione del Consiglio del Tpi dell’Aja, e’ stato stabilito che la Croazia non sara’ piu’ interrogata sull’esistenza di questi documenti di cui una parte e’ stata ritrovata e consegnata all’Aja.
Va ricordato che dopo che furono falliti tutti i numerosi tentativi di negoziati diplomatici con il regime di Slobodan Milosevic, i vertici croati nell’estate del 1995 decisero di dare il segnale verde all’operazione ‘Tempesta’ che e’ stata un’azione brillante in cui gli attacchi provenienti da 30 direzioni diverse sono stati eseguiti con cannoni e aerei distruggendo cosi’ i punti di comando dell’agressore. Il risultato di questa operazione e liberazione ‘lampo’ hanno sorpreso molte nella comunita’ internazionale e cosi’ la ‘Tempesta’ e’ entrata nella storia, portando alla liberazione in sole 84 ore di oltre 11.000 km2 del territorio croato occupato ma anche e soprattutto la fine dell’agressione contro la BiH e l’accordo di pace di Dayton. Un valore aggiunto, che va sottolineato, e’ che la ‘Tempesta’ fu condotta solo una ventina di giorni dopo che a Srebrenica fu commesso il piu’ atroce genocidio dalla Seconda guerra mondiale. E’ proprio in base a quanto eseguito nella ‘Tempesta’ che si e’ sviluppato il sistema moderno della difesa dello stato croato, di recente membro a pieno titolo della Nato.
“15 anni fa, nell’operazione ‘Tempesta’ parteciparono circa 200.000 soldati croati mentre fino ad oggi soltanto nell’operazione di pace ISAF in Afghanistan, il loro contributo hanno dato oltre 2000 militari delle forze armate croate” ricorda il comandante dell’esercito croato Josip Lucic.
Analizzando a distanza di tutti questi anni quello che la Croazia considera il suo momento piu’ eccellente nella liberazione dall’agressione e occupazione, Jurica Koerbler gornalista del quotidiano ‘Vjesnik’ scrive che “Dopo la ‘Tempesta’ sono stati commessi crimini, che forse accompagnano tutte le grandi operazioni militari, ma questo non e’ una giustificazione. Non e’ nemmeno giustificato che non sono stati indagati i crimini e che non se n’e’ parlato in tempo. Se lo fosse stato, i colpevoli sarebbero stati scoperti e processati. Cosi’ le incertezze relative alla ‘Tempesta’ si sono trascinate per anni. Il danno hanno subito soprattutto quelli che in quel periodo avevano sinceramente difeso il proprio paese, sono questi i veri eroi della Guerra per la Patria”.
L’analista politico-militare croato Fran Visnjar, afferma che gli Stati Uniti e gli alleati europei non si sono opposti all’attuzione di un equilibrio militare sul territorio afflitto dalla guerra in ex Jugoslavia e proprio l’operazione ‘Tempesta’ ne e’ la conferma. Oltre alla liberazione del territorio croato occupato e’ stata anche debloccata la zona di Bihac che rischiava di vivere lo stesso destino come quello di Srebrenica. “Questo ha cambiato la situazione tra le forze militari e il piu’ importante, in BiH e’ stato sconfitto il concetto custodito da Ratko Mladic che le formazioni dei serbi bosniaci sono praticamente incombattibili e che nemmeno la Nato puo’ sconfiggerli. L’armata della BiH e le forze dell’esercito croato hanno continuato le operazioni mentre il lancio degli alleati e’ stato tale che molto probabilmente avrebbe acconsentito la liberazione di Banja Luka, Prijedor e altri territori occupati. Ma questo non conveniva agli interessi strategici americani e cosi’ e’ stata aperta la via verso Dayton e successivamente verso l’accordo di Pace” sottolinea Visnjar.
Secondo Djuro Kozar, analista militare-politico di Sarajevo, i dati sui serbi profughi dalla Croazia durante l’operazione ‘Tempesta’ sono diversi e molto spesso sono oggetto di manipolazioni politiche. Le conseguenze della ‘Tempesta’ sono, secondo le affermazioni di molti analisti, sono di lungo termine. Il quadro demografico e’ notevolmente cambiato poiche’ la maggior parte dei serbi croati e’ fuggita in BiH, una parte minore in Serbia. La Croazia ha stabilito il controllo sul suo terrtorio, va ricordato che la Slavonia orientale controllata a suo tempo dai serbi e’ stata reintegrata in modo pacifico. Tutto cio’ ha creato i pressuposti per la fine della guerra in ex Jugoslavia.

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