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“L’opossum nell’armadio” di Lorenzo Spurio: le apparenze ingannano e nascondono una grande vulnerabilità

Creato il 04 marzo 2015 da Alessiamocci

“Con il sopraggiungere dell’alba, reputò di aver chiarito con se stessa abbastanza questioni su quella vita maledetta che aveva condotto. Se solo sua figlia non l’avesse offesa in quella maniera e se la vita fosse stata meno sciagurata nei suoi confronti, di sicuro le cose sarebbero andate diversamente”.

L’ultima fatica letteraria del giovane autore jesino Lorenzo Spurio, pubblicata da Poetikanten Edizioni nel gennaio 2015, presenta un titolo davvero singolare: “L’opossum nell’armadio”. Si tratta di una raccolta di 21 racconti, il genere letterario che Spurio predilige, poiché offre la possibilità di poter caratterizzare i personaggi in maniera minuziosa in uno spazio limitato, e soprattutto di analizzare quelle che sono le caratteristiche che, da sempre, affascinano questo autore.

I risvolti psicologici, la mente nella sua essenza, il fatto che vi siano persone che vivono nell’attesa che qualcosa accada, e che poi, quando di fatto accade, si comportino in maniera del tutto pacata. Insomma, dai personaggi-  uomini e donne, giovani e vecchi-  che popolano i racconti di Lorenzo Spurio ci si aspetterebbe un po’ più di partecipazione emotiva, mentre invece, nelle situazioni più assurde e surreali, essi agiscono come nulla fosse.

Ecco quindi che persone che inizialmente si pensava essere animate da buoni sentimenti, si trasformano come fossero represse da anni di soprusi, e reagiscono nell’immediato, senza avvertire senso di colpa, continuando a svolgere la loro vita di sempre. È il caso di nonne che diventano assassine e uccidono le nipoti, per estirpare il male che esse stesse hanno generato: quella famiglia sciagurata che più non merita di prosperare. Oppure sono persone talmente fragili e sopraffatte dalla solitudine, che decidono volontariamente di morire, piuttosto di affrontare il dolore della loro vita disgraziata. E qui possiamo fare l’esempio di una donna paraplegica, già vedova, che non regge alla morte del figlio e sceglie l’eutanasia in Svizzera, pur di porre fine a tutte le sue sofferenze; oppure di quell’anziano zio, abituato a vivere solo, che dopo aver provato la gioia di ospitare in casa la nipotina e avere quindi avuto qualcuno per cui sentirsi utile, quando lei se ne va si lascia morire di freddo nella sua gelida casa.

Il dolore nei personaggi che Spurio descrive è sempre già ben radicato, come fosse un sentimento atavico che, dalla notte dei tempi, alberga in loro. Il danno è fatto, la violenza e le privazioni subite hanno forgiato questi esseri umani, e la redenzione ormai sembra non essere più possibile. Per questo assistiamo passivi alle storie che l’autore ci sottopone, talmente surreali da non poter anticipare nessuna previsione. Eppure, talmente “normali” se rapportate alla “pazzia” che aleggia nel mondo che ci circonda, da lasciarci sgomenti, prima ancora di aver provato empatia nei loro confronti.

Sono personaggi dei quali sentiamo di non poterci fidare, perché anche se, in apparenza, vengono descritti come esenti da anomalie lampanti, in fondo sappiamo che presto avranno un guizzo, un comportamento atipico, una reazione forte che ci impedirà di trasformarli negli “eroi” del racconto.

Interessante è capire perché, mentre gli altri hanno uno “scheletro” nell’armadio, e vi ricorrano ogniqualvolta intendono tenere nascosto qualcosa, Lorenzo Spurio ci abbia messo un opossum. Forse perché questo marsupiale, diffuso soprattutto nel continente americano, dall’apparente aspetto dolce e remissivo, a metà fra un piccolo orsetto o un grande topolino, sia in realtà un animale combattivo che possiede denti molto affilati coi quali minaccia i disturbatori. E, nella peggiore delle ipotesi, in quest’opera impariamo che abbia anche la furbizia e la prudenza di fingersi morto.

Ciascun racconto è introdotto da una definizione accertata sull’opossum stesso, che va ad anticipare quella che sarà la caratteristica affine e dominante del personaggio principale.

L’opossum ha la coda prensile; L’opossum è un animale che patisce la luce; L’opossum è un animale neofobico, cioè che mal si adatta alle novità; L’opossum soffre ad essere tenuto in piccoli spazi”. Insomma, un animale schivo e raramente aggressivo, che vive rintanato ma che ha affinato diverse tecniche per difendersi, nell’eventualità il mondo fuori dovesse danneggiare l’andamento pacifico della sua vita.

Un po’ quello che fanno i personaggi di questa raccolta, la cui psiche viene messa a dura prova dagli eventi. Essa, ad un certo punto e in occasione di un episodio scatenante, vacilla, e la persona agisce nel peggiore dei modi; oppure in una maniera sorprendente che nessuno si sarebbe aspettato.

Con la breve ed interessante prefazione di Marzia Carocci e la nota di lettura puntuale  e precisa di Susanna Polimanti, Lorenzo Spurio ci conduce in quell’armadio della mente, dove tutti noi conserviamo qualcosa. Il fatto che lui ci tenga un opossum, facendoci conoscere abitudini e caratteristiche di questo animale, pone il suo libro in una dimensione narrativa davvero molto originale.

Written by Cristina Biolcati


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