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L’oppio di Napoli, la protesta di Berlino

Creato il 21 settembre 2011 da Albertocapece

L’oppio di Napoli, la protesta di BerlinoL’altro ieri abbiamo visto il sindaco di Napoli De Magistris, il sindaco del cambiamento, della rottura col passato, baciare la teca dove si scioglie il presunto sangue di San Gennaro, arrendendosi a un mondo che fa anche di queste superstizioni il teatro del suo sfruttamento. Domani vedremo il sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, omosessuale dichiarato, ma eletto per la terza volta consecutiva, accogliere il Papa che viene in visita in Germania. Metttiamoci pure che è di sinistra, che ci L’oppio di Napoli, la protesta di Berlinosono buone probabilità che accolga il pontefice a fianco del suo compagno, che ha dato via libera a una grande manifestazione di protesta. E abbiamo il quadro delle differenze.

Non so quante volte il sangue di San Gennaro si è sciolto negli ultimi tre secoli senza alcun beneficio apparente per la città che anzi da essere la terza capitale d’Europa  e anche una capitale culturale è andata sempre più marginalizzandosi fino a diventare per il mondo intero la città simbolo della monnezza. Berlino non ha santi, non ha teche e nemmeno cardinali Sepe, i suoi monumenti sono gli scheletri di una storia terribile, ma la sua area urbana è grande 9 volte quella di Parigi,  è davvero una WeltStadt, una città mondiale, probabilmente la più importante dopo New York.

Ho l’impressione che questa abissale differenza dipenda anche dal fatto che Berlino è cresciuta fin dai tempi di Hegel nel culto dello Stato e dell’ordinamento civile, tanto che proprio lì nel 1883, invece di accendere una candela a San Gennaro, il cancelliere Bismack introdusse la prima forma di assicurazione sociale per ridurre mortalità e incidenti sul lavoro, oltre che per garantire un trattamento pensionistico.

E anche adesso, di fronte a una Chiesa omofila nei fatti ma accanitamente omofoba nella predicazione, non c’è nessuno che vada a baciare quella teca simbolica del Papa, a fingere devozione per quieto vivere, per malintesa adesione alle tradizioni o per fraintendimento delle proprie convenienze elettorali. Soprattutto quando si sa che il miracolo è fasullo e che di sangue di San Gennaro (lo spiegherò nel Caffè) se ne può produrre quanto se ne vuole con la stessa fatica che comporta una parmigiana di melanzane fatta a regola d’arte.

Ma soprattutto senza rendersi conto che una vera discontinuità col passato la si può ottenere non concedendo nulla a quelle tradizioni deteriori, ai falsi portenti, alle cabale devote che sono sempre state uno degli strumenti del potere politico e criminale, come speranza a buon mercato e distrazione dalla propria condizione. Ora De Magistris è stato eletto anche grazie alla voglia di rinnovamento, alla consapevolezza che i miracoli  li può fare solo la società civile, il sangue che scorre nelle vene, non quello nelle teche. La sua elezione è stata un vero miracolo, cerchi di non tradirlo con quelli fasulli.

 


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