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L’opportunista che regge il bavaglio

Da Albertocapece

L’opportunista che regge il bavaglioL’opportunismo è una vecchia malattia, quella febbricola che s’insinua nelle società dove l’interesse personale sostituisce la mancanza di idee e di valori. Ma ormai nell’Italia berlusconiana il germe ha subito una mutazione e dà febbri da cavallo, delirio e crea una mortale carenza di dignità.

Oggi studieremo il caso del sedicente criminologo Francesco Bruno, appartenente a quella generazioni di sedicenti che traggono la loro competenza dalle contiguità e dai servaggi politici. Il personaggio che si aggira tra i plastici di Vespa non ce l’ha fatta a tacere e in prossimità della legge bavaglio non ha resistito a darci un saggio della sua scienza e incoscienza.  Così ci fa sapere che è colpa di You Tube se domenica scorsa un giovane ha ucciso con 5 coltellate la madre. Anzi la rete stessa è pericolosa visto che “c’è un accesso illimitato ai blog dove si legge di tutto”

Non gli è parso vero al sedicente Bruno di essere l’apripista del massacro della libertà dando il suo illuminato e fondatissimo parere sul Web e sperando così di assicurare il proprio sedere alle poltrone dei talk show dove può dire tutte le sue castronerie. Ma in questo caso supera se stesso perché il giovane matricida aveva postato su You Tube un anno e mezzo fa un video, (La dodicesima vittima) in cui si può arguire a posteriori qualche problema. Ma in realtà si tratta di una tra milioni di autoproduzioni che si sommano alla schiera infinita di film e telefilm e storie dannate che ci vengono quotidianamente ammannite.

Bruno però ritiene che su You Tube “manchi qualsiasi forma di controllo sociale, il disagio è talmente evidente che quasi si nasconde in una societa’ che non vuole vedere”. Il cortometraggio “avrebbe dovuto portare a un maggiore approfondimento delle cure”.  Sciocchezze e banalità che dimostrano solo una scarsa conoscenza della rete e la volontà di fare il primo della classe con i suoi referenti politici cattofascisti, lasciando trapelare una certa diabolicità della rete, una sorta di induzione al male. E invocando un “controllo sociale” che sa molto di censura.

Cosa che non manca di fare quando si scaglia con l’omosessualità con parole che sono un florilegio di ignoranza scientifica e di meschini brancolamenti:“Partendo dall’idea che l’omosessualità è una patologia che deriva da un grave disordine e da una mentalità deviata e talvolta viziosa, ecco credo che si possa parlare, senza offesa, di omosessualità come lebbra etica.”  Per non parlare poi della sua aperta passione verso le più deprimenti versioni del paranormale al cui confronto Voyager ha un aplomb da Enciclopedia Britannica. Tanto che bazzica un certo “Istituto di ricerca della coscienza”, a confronto del quale lo studio della lingua degli gnomi diventa una cosa seria. L’animatore e fondatore di questo centro, tale Umberto di Grazia, si definisce “Ricercatore psichico e sensitivo. Da più di trent’anni vive in prima persona fenomeni di confine della mente umana, che vanno dall’introspezione con retrocognizioni e precognizioni, alla telepatia, ai fenomeni PK, all’archeologia intuitiva ecc. In particolare, ha affinato il fenomeno dello sdoppiamento”.

Per la verità vedendolo arrancare fra le stanze della casetta di Cogne, ho avuto anche io una premonizione, un’intuizione gnostica: che il criminologo Francesco Bruno fosse, senza offesa, un imbecille. L’ennesimo opportunista che si è arrampicato da Andreotti a Berlusconi. Cosa ci faccia in un’università è esso stesso il più curioso dei fenomeni paranormali. Un prodotto dell’anomalia italiana.

Però ha ragione: sui blog si può leggere davvero di tutto, su ogni perversione, persino su Francesco Bruno

 


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