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L’ora di lezione di Massimo Recalcati. Recensione di una vite storta

Creato il 15 dicembre 2015 da Annare

oraSono sempre stata una vite storta. La differenza è che oggi, dopo aver letto L’ora di lezione, di Massimo Recalcati, ne vado fiera. Ritengo incredibile come Recalcati riesca a concentrare in poche pagine degli assunti così complessi, capaci di viaggiare nel tempo per riportare il lettore a confrontarsi col presente, senza lasciare nulla al caso e stimolando la mente e la memoria.

Insegnare è uno dei mestieri più difficili al mondo, e non lo scrivo per sentito dire, ma perché ho insegnato (ebbene sì ho fatto anche quello) e sono figlia di insegnanti. Eppure ne L’ora di lezione Massimo Recalcati riesce a concentrare la giusta dose di rispetto verso questa complicata professione unendola a critiche anche poco velate; e durante la lettura la mente viaggia, torna nel suo passato per far riaffiorare ricordi di quando era allieva, le battaglie, speranza, passioni, per poi decidere che tutto sommato il suo essere storta è un vanto, una difficoltà, certo, in una società che ci vuole in riga sui binari, ma pur sempre un vanto.

Io ad esempio, ho ricordato con estremo divertimento quando i miei genitori sono stati chiamati con seria presa di posizione dagli insegnanti (credo delle medie) perché…. facevo troppe domande!!!

Recalcati loda la passione per il sapere, e pone il quesito: insegnare è trasmettere il sapere o stimolare la singola curiosità e dare gli strumenti per raggiungerlo? Probabilmente io ero “troppo” appassionata, testarda, e alzare la mano per fare domande lo ritenevo un mio diritto assoluto, eppure questo mio essere nei confronti della cultura non mi ha abbandonata negli anni. Ho litigato (anche all’esame di maturità), discusso, mi sono fatta sedurre dal sapere, e a mia volta ho sedotto, ed ero assolutamente consapevole di questo.

Insegnare non è forse provare a circoscrivere questo vuoto, a dire l’ineffabile, a tradurre i matemi trasmissibili universalmente il patema singolare della nostra vita? Con la consapevolezza, però, che non si potrà mai dire tutto.

L’ora di lezione è un concentrato di passione, cultura e pensieri, certo, a volte Recalcati sembra provare nostalgia verso L’attimo fuggente, e tra le righe il Oh capitano, oh mio capitano, risuona inesorabile. Eppure, pur dimostrando un estremo rispetto verso la professione dell’insegnante, critica in maniera costruttiva il sistema scolastico moderno. Quel sistema che pretende un esercito di dottori preparati ma non stimola i loro limiti, lo stesso sistema che preferisce il sapere imparato a memoria a quello che ci porta a comprendere altre verità e che appassiona e cerca nuovi confini.

Recalcati loda l’insegnante che riesce a dare gli strumenti del sapere, mentre critica duramente l’insegnante incapace di stuzzicare la mente, l’insegnante che annoia, quello che riesce a far odiare anche la Divina commedia di Dante rendendola noiosa e apatica (mio dio!!! io l’ho letta da sola a quindici anni, proprio perché in classe mi addormentavo).

La voce come stile dell’insegnante rende vivo il sapere, nel senso che non si limita a trasmetterlo ma lo sa rianimare permanentemente. Anche quello enciclopedico, libresco, universitario.

Per concludere, ho amato questo libro, perché sono ancora oggi una vite storta, e perché amavo andare a scuola, nonostante tutto. Un libro dalla parte di chi impara, bambini, ragazzi e adulti, che vivono semplicemente per farsi sedurre dal sapere.

L’ora di lezione, Massimo Recalcati, Einaudi, 2015, Euro 14,00


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