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L’ora illegale

Da Parolesemplici

L’ora illegale

L’ora illegale
Stavo ascoltando distrattamente la lezione e il professore illustrava l’evoluzione della tecnologia . “Ecco prendiamo ad esempio il telefonino” , a queste parole ritornai al presente ma subito il mio pensiero si concentrò sul display del telefonino, il mio. Nulla vi era segnalato ma qualche ora prima era comparsa sul display, un sms con scritto “c’è sorpresa all’ora X”. La giornata era stata scandita da quella frase sibillina ma , in realtà, ricca di ipotesi. Man mano che le ore passavano diventavo uno scrutatore di eventi  immaginati e si snodavano, dimostrandomi che era una giornata del tutto normale.

Ma quella donna era piena di fantasia, cosa avrebbe combinato all’ora x e quale sarebbe stata l’ora? Ormai era giunta l’ora della mia prima ipotesi. La stazione. Un luogo accessibile, dove l’avevo incontrata la prima volta, no forse la seconda, ma che importa. Un freddo pungente non consentiva di guardare oltre il piccolo spiraglio che la sciarpa, il cappotto, il beretto lasciavano consentire.

Pochi e infreddoliti passeggeri ma di lei nessuna traccia. Mi incamminai al binario n.3 dal quale si poteva intuire poco se fosse arrivata. Forse con quell’ansia di vederla arrivare, non prestai ascolto all’annuncio del treno. Ne arrivò uno, insolitamente con pochi vagoni. Il mio era diretto ad un grosso centro e come potrà contenere tutti i viaggiatori, pensai. Ma alla fine non era problema mio. La sorpresa non era questa e salii. C’era posto e come sempre d’inverno l’aria dentro il vagone era pesante. Chi mangiava panini con vari salumi, chi sbucciava un’arancia, una fragranza di profumi che forse nascondevano altri peggiori odori. Non ebbi il tempo neanche di sedermi che la capotreno, trafelata, ci disse, “Questo non è il treno interregionale ma quello locale….Ci hanno avvisato che hanno sbagliato l’annuncio!” . Immediatamente mi venne in mente la seconda ipotesi; era salita in treno qualche stazione prima e mi voleva fare la sorpresa di salutarmi mentre me ne stavo tranquillo nel mio posto!  Io avevo sbagliato, cioè non  proprio io ma chi aveva letto l’annuncio, ma ero stato distratto, insomma ..lei era nel treno che ancora non era passato. La capotreno tranquillizzò chi come me era salito su quel treno e aveva una destinazione a lungo termine, dicendo che bastava scendere alla fermata successiva e dopo pochi minuti sarebbe arrivato il nostro treno.

Scesi alla fermata e attesi il treno. Giunse quasi subito e l’ansia mi faceva ragionare poco. Si sarebbe affacciata da un finestrino? guardai ma non vidi nulla; sarebbe allora venuta a cercarmi, ma doveva visionare tante carrozze. Mi sedetti vicino alla porta, posto che di norma rifiuto per le correnti di aria e la puzza della vicina toilette ma stavolta mi sedetti. Ogni volta che la porta interna della carrozza si apriva mi aspettavo…di sentire una voce “allora sei qui, ti è piaciuta la sorpresa?” Ma nessuna persona a me nota passò. La sorpresa, l’ora x. Tutto diventava strano. Addirittura le ipotesi si susseguivano la terza, la quarta senza più avere una logica e una possibilità. Mi aspetterà alla stazione e infatti quando scesi guardai e mi incamminai con l’orecchio proteso a sentire gridare il mio nome….”Angelo!” .Ma oltre a me tutti gli altri Angeli erano in cielo e quindi ripresi a camminare. Lentamente valutai le ipotesi, ma se lavora come avrebbe potuto  essere qui, ma se va in auto come poteva   essere in treno…..eppure quelle ipotesi avevano generato ansia, atteggiamenti, emozioni. Pensai che era un messaggio del destino e ricordai l’antica frase “ORA ET LABORA” e con più calma arrivai alla sede scolastica per svolgere il mio compito. D’altronde la X è un’incognita e così rimase.


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