Ne Il 36° Giusto avevamo lasciato Claudio, Vergy e Gabriele nel loro appartamento francese. Le cose non sembrano andare bene per i tre cacciatori di vampiri. Se Claudio e Vergy hanno sulla coscienza Alicia, dispersa nel cimitero monumentale di Modena mentre loro erano lontani da casa, Gabriele si trova a lottare con la confusione del cuore, in quanto abbandonato dall'amore appena scoperto e deluso per la fiducia che aveva affidato alla propria ragazza. Tornano a Modena con l'umore nelle scarpe, tutti e tre, e una gran voglia di menare le mani, o forse di scavare da soli la propria fossa. Le occasioni non mancano. Riaperti i contatti con l'Amica, Claudio e Vergy si mettono a caccia di un super-vampiro, un antico Maestro che ambisce a ritrovare l'umanità, pur rimanendo un mietitore di anime. Se i guai non cercano Claudio e Vergy, sono loro stessi che li vanno a cercare. Così come probabilmente essi cercano l'autodistruzione... il primo perché ha perso ogni valore in cui credere per vivere, il secondo perché fedele amico del primo, e perché non ha altro di meglio da fare. In secondo piano l'aura di Gabriele, di Elisabetta, e dell'Amica non mancano mai... fino all'ultimo grido... che li porterà nei mari del nord, e li porterà ad affrontare ogni loro demone interiore, nonché il loro nemico più agguerrito.
Finale davvero ben riuscito per questo romanzo che parte forse un po' troppo in sordina. La depressione di Claudio (non l'autore... il personaggio), mantiene il testo su un livello medio e lo costringe a non raggiungere quasi mai la vetta, per lo meno fino alle ultime quaranta pagine, dove accade qualcosa di incredibile, di puro, di unico. Il libro è scritto con maestria, Vergnani è davvero abile nel raccontare questo tipo di storie e i personaggi sono disegnati sapientemente... a tal punto da crescere di volume in volume. Il testo ha abbondanza di refusi (lo ammetto), ma ci si dimentica in fretta di loro. Più pesante è la ridondanza dei pensieri che tormentano Claudio... che alla lunga finiscono per figurare come ripetizioni di pensieri già letti. Niente di grave, comunque, perché gli eventi che si scatenano nel romanzo tengono l'attenzione a livelli altissimi, e la voglia di andare avanti non viene mai scalfitta. Quest romanzo, che rispetto al secondo guadagna di solidità, risale la china e porta a una degna conclusione della saga. Degna e drammatica. Se dovessi mettere a confronto i tre romanzi di Vergnani, manterrei sul primo gradino Il 18° Vampiro, sicuramente il romanzo più pulito e ben riuscito della saga. Al secondo posto verrebbe L'ora più Buia. Terzo classificato sarebbe Il 36° Giusto... con un appunto: il primo episodio, quello nel cimitero monumentale, da solo, potrebbe superare di qualche spanna, per qualità e divertimento, tutti e tre i testi.
Il libro, parlo della copia che avevo a disposizione, comprata rigorosamente in libreria, appare leggermente meno curata delle precedenti. Mettendoli uno di fianco all'altro si nota immediatamente la differenza... a partire dalla costina, che non è fedele alla linea editoriale dei precedenti due. La qualità di stampa è discreta. La carta ha un colore caldo, i caratteri sono ben leggibili. All'interno, però, ho trovato un paio di pagine accartocciate su sé stesse ed è stato un trauma tentare di recuperarle senza danneggiarle, così da poterne leggere il contenuto. L'odore delle pagine è leggermente pesante, non saprei descriverlo in altro modo.
Da leggere? Assolutamente.