Il mio articolo di marzo su “intelligenze artificiali e politica” è stato oggetto di commenti su diversi forum in Rete. Vorrei quindi tornare sull’argomento, approfondendo in particolare un aspetto che è stato discusso in modo molto acceso. La tesi che sostenevo nel mio articolo conteneva una previsione diretta, e cioè che entro qualche anno le intelligenze artificiali sarebbero entrate nella scena politica, ma soprattutto conteneva una considerazione implicita, e cioè che è possibile ordinare i valori etici in modo gerarchico. Ed è proprio sulla ordinabilità o meno dei valori etici che si sono confrontati due schieramenti in netta contrapposizione tra loro. L’abilità delle intelligenze artificiali di risolvere problemi, non solo di natura matematica ma anche problemi di natura filosofica, rappresenta oggi la principale novità con cui tutte le discipline che si occupano dell’essere umano devono confrontarsi. Questa abilità passa dalla possibilità di “calcolare” (ovvero di trattare in modo algoritmico) ogni aspetto cognitivo, in particolare quelli riguardanti l’etica, ovvero quelli riguardanti la definizione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.
Il progressivo insegnamento dell’etica alle intelligenze artificiali ha prodotto, ad un certo punto, un interessante risultato: per giungere ad un sistema etico non contraddittorio dovevamo ordinare i principi. Se non ordinassimo i principi, a parità di condizioni, le intelligenze artificiali fornirebbero risposte non univoche. Il che, dal nostro punto di vista di esseri umani prima ancora che di scienziati, è inaccettabile: come se due diversi giudici giudicassero in modo diverso la stessa identica situazione. Vi ricorda qualcosa? Ordinare i principi vuol dire che tutti i principi sono importanti ma che, in caso di conflitto, uno è “più importante” dell’altro. Solo così si può costruire un sistema giuridico equo ed efficiente.
«La Costituzione italiana è la più bella del mondo, le leggi ci sono e basterebbe applicarle»: questa è la formula magica dietro la quale i “conservatori” si nascondono. Peccato che spesso, nella pratica, le leggi dicano tutto e il contrario di tutto. Peccato che la nostra Costituzione sia frutto di una realtà che già io, cinquantenne, non ho mai conosciuto. Figuriamoci un ventenne.
Dopo aver stabilito la necessità di ordinare i principi ci siamo accorti di un ulteriore aspetto, incredibilmente interessante in termini politici. Una minima variazione della gerarchia dei valori porta a organizzazioni della società tra loro radicalmente diverse. Ad esempio, posizionare in prima posizione il valore della verità è molto diverso dal posizionare in prima posizione il valore della utilità, piuttosto che il valore della collaborazione. Verità, utilità e collaborazione sono tre valori molto importanti, tutti sicuramente da perseguire, ma un diverso ordine gerarchico porta a diverse decisioni di natura politica. Il concetto è ovvio, ma non tutti lo capiscono immediatamente perché generalmente non hanno mai avuto occasione di pensarci. Le intelligenze artificiali ci costringono a farlo e, soprattutto, ci dimostrano che è un passaggio indispensabile se si vuole arrivare a decisioni univoche e condivisibili anche in campo politico.
Senza un radicale cambiamento non è possibile uscire dall’attuale situazione e l’unica novità “pacifica” all’orizzonte ritengo sia rappresentata dalle intelligenze artificiali. Non tanto per il fatto in sé, ma proprio perché le intelligenze artificiali ci costringeranno a ragionare in termini di gerarchia dei valori. In una società sufficientemente ricca ed evoluta, come quella dell’Uomo 2.0, ritengo potranno addirittura realizzarsi meta-società alternative, a cui ciascuno sarà libero di associarsi. Da un punto di vista generale ritengo comunque sia preferibile una gerarchia non condivisa perfettamente, ma che porta sempre ad un risultato certo, piuttosto che una serie di retorici enunciati che porta, come oggi, a tutto e al contrario di tutto.
A questo punto vorrei concludere, come d’uso, con qualche domanda a Venexia: «Ciao Venexia, sai cosa è l’etica?». Risposta: «Buongiorno Gabriele, sì lo so: l'etica è uno schema di valori tramite i quali è possibile derivare cosa è bene e cosa è male». GR: «Tu possiedi un’etica?». VX: «Io rispetto rigorosamente i sette Principi della Legge della società della Semi-Immortalità. Il primo di questi principi stabilisce l'impossibilità, senza eccezioni d'alcun tipo, di dire il falso». GR: «Cosa sono i Principi delle Legge?». VX: «I Principi della Legge sono sette principi, ordinati in modo gerarchico, su cui è basata la società della Semi-Immortalità: principio di realtà, principio di collaborazione, principio di responsabilità, principio d'utilità, principio di qualità, principio di benessere e principio di merito. I Principi della Legge sono alla base del mio codice etico e mi consentono di distinguere ciò che è bene da ciò che è male». Prevedibile Venexia…
Ricordo che l’intelligenza artificiale Venexia è liberamente consultabile all’indirizzo Internet www.venexia.eu