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L’orecchino di perla

Creato il 07 giugno 2014 da 19stefano55

Non ho visto il film di una decina di anni fa relativo alla “Ragazza con l’orecchino di perla” della scrittrice americana Tracy Chevalier ma avevo sentito polemiche e successi , più di 200.000 visitatori, nella mostra bolognese del marzo scorso, sui  dipinti del pittore olandese Veermer che  dipinse la” Ragazza” nel 1665, ma sto finendo il libro della scrittice.

Un libro bello che mi ha posto varie riflessioni che potrebbero essere condivise o meno.

  • Scrivere su ambienti che hanno usi, costumi ed epoche lontane può ugualmente coinvolgere/emozionare come i racconti dell’oggi
  • il dettaglio sui particolari che a volte rende pedante una frase, se viene descritto con un’atmosfera che ce lo fa gustare, rende lo scritto completo
  • le parole hanno bisogno di fermarsi. Vanno riviste nella logica dei fatti e ci sono parole desuete che hanno bisogno del nostro sforzo (anche di vocabolario) per essere riammesse in noi
  • il dettaglio ci apre gli occhi, le orecchie e gli altri sensi ad usarli collegati al pensiero e non solo come arti passive, meccaniche. Cogliere una sfumatura di colore e dare il giusto nome ci permette di ammirare i suoni umani e della natura e forse ad essere meno manichei su tutto!

orecchino



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