L’orgia del prepotere, del potere e del sottopotere

Creato il 11 ottobre 2012 da Gms @postideologico

Le ultime vicende stanno rivelando la portata endemica della politica vissuta e interpretata come affarismo, a tratti equiparabile all’associazione per delinquere.
Ancora una volta, in modo più marcato, s’allarga lo spartiacque tra due (di)visioni: da un lato quella dei pochi che sostengono il primato d’una politica efficiente, efficace, caratterizzata dalla necessaria o acquisita competenza, all’insegna del giusto e retto operato, reso in nome e per conto dell’interesse collettivo; dall’altra quella dei molti che, nel giocarsi il secondo tempo della Prima Repubblica – epigoni del malaffare e della malversazione – hanno continuato a gestirla con la solita, vecchia e mai defunta “logica di scambio”, orientata a privilegiare i procacciatori di consenso a tutti i costi, sulla cui moralità non si è mai sottilizzato più di tanto e ‘imbarcati’ col chiaro obiettivo di occupare tutto l’occupabile.
Tutti protesi, nessuno escluso (#tranneiRadicali), a soddisfare grandi o piccoli appetiti.
Un mercato delle vacche grasse che si è consumato a tutti i livelli e ha (de)generato circuiti atti a dispensare favori e regalie a tutti i portatori d’acqua e ricevere una contropartita.
Così ha preso piede l’invasione di queste orde sempre più avide e fameliche, pronte a divorare tutto: nelle Regioni, nei Comuni, nelle ex Comunità Montane, nelle Unioni dei Comuni, nelle società in house, nelle partecipate…. Dappertutto! Un’epidemia, una lebbra o un tifo, diffusi per irrimediabile contagio.
Su questa malapolitica, studiata e adottata per mantenere prepotere, potere e sottopotere, hanno proliferato vecchi e nuovi profittatori.
Il disappunto e il dissapore, davanti a questo scempio diffuso, indicano che la misura è colma.
Non è più accettabile che la politica sia praticata per elargire o intascare prebende per sé per i propri clientes.
Serve un segnale di forte cambiamento, che tagli corto con la disonestà sia politica che intellettuale (di tutte quelle anime belle e menzognere che si presentano sempre dicendosi migliori).
Bisogna fermare i politicanti di varia origine, reduci illesi della vecchia partitocrazia, già ingannevolmente defunta suicida per sua stessa mano.
A cicli regolari, che oggi si ripetono identici al passato, l’amara realtà rende a tutti noto che il malaffare e l’affarismo sono incarnati su ogni versante, poco importa se si tratta di vecchi mestieranti o giovani reclute.
Hanno eretto veri e propri feudi costruiti a loro uso e consumo.
E’ tempo di buttare giù questo sistema: fuori i mercanti dal tempio!
Perché quando è merda è merda, non ha importanza la specificazione.


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