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L'orgoglio di essere messicani

Creato il 15 settembre 2010 da Sabins
Mi piace segnalare questo articolo di El Mundo per celebrare con i messicani il Bicentenario del Grito de Independencia, la loro festa nazionale più amata, domani 15 settembre. Felicidades, México, que todos los mexicanos se lo pasen bien, estén donde estén!

Come se fosse lo slogan di un grande magazzini, Orgulloso de ser mexicano sembra la risposta memorizzata dei messicani quando si chiede loro per strada cosa simbolizza per loro la celebrazione del Bicentenario. In privato molti lo dicono ironicamente, animati dai festeggiamenti e seccati con il governo di Calderón.
"Non hanno niente da festeggiare e credono che con tanta festa ci dimentichiamo dei problemi. Ma si sbagliano di grosso" dice una messicana indignata davanti alle sontuose sfilate e alle cene di gala che si stanno preparando per questi giorni.
Nelle strade l'ambiente è molto festivo. Ogni quartiere è perfettamente decorato per i festeggiamenti, che si stanno preparando da mesi e molte imprese hanno dato le vacanze a partire da questo martedì, con un megaponte di cinque giorni.
Il Paese è in festa e se in Messico qualunque occasione è buona per riunirsi e celebrare, in una data così importante come questo 15 settembre 2010, si fa festa grande. E anche se non è necessario ingaggiare l'organizzatore dei Giochi Olimpici di Pechino per organizzare le sfilate, ai messicani piace celebrare in grande e, come sempre succede nei Paesi di grandi contrasti ed enormi disuguaglianze, il popolo è quello che ci rimette, anche se è quello che più festeggia.
Un'inchiesta per Profeco (Procuraduría Federal del Consumidor), il cui obiettivo era verificare le abitudini di consumo dei messicani per questo 15 settembre, afferma che la quarta parte dei messicani non festeggerà il Bicentenario dell'Indipendenza e più della metà non comprerà decorazioni o articoli commemorativi. Del resto della popolazione e di quelli che lo celebrano, il 70% lo farà con una cena in casa di familiari e amici. La cosa sicura è che questa festa è come il Giorno del Ringraziamento dei loro vicini americani e, d'accordo o meno con altri messaggi politici, i piatti messicani saranno serviti in questa giornata in tutte le case messicane e i cugini, i fratelli e i vicini si riuniranno, canteranno, berranno tequila e diranno¡Viva México!.
Sono molti quelli che rimpiangono una celebrazione tranquilla, modesta, adeguata al Paese e alla sua situazione economica e politica. Daniel è un giovane di trent'anni circa, che passeggia per lo Zócalo, arriva da un museo con sua figlia quando si trova con una moltitudine di gente che canta al ritmo degli animatori contrattati dal governo federale. "C'è un detto che dice: "Al popolo, panem et circenses", questo è quello che succede nel Messico e la cosa peggiore è che ci siano riusciti. Onestamente non credo ci sia niente da festeggiare. Il Messico è nevrotico e mi spiace, inoltre, vedere l'ignoranza di tanta gente sulla storia del nostro Paese, quando non sono passati 200 anni dalla nostra indipendenza" protesta Daniel "Il Bicentenario è per i politici, per i messicani è un'altra scusa per mangiare e ubriacarsi".
Altri .come Antonio Chacra, un argentino che vive in Messico da quasi 30 anni,, pensano invece che in tempo di crisi è bello celebrare. "Mi piace il Bicentenario perché è un ricordo della vita di questi Paesi, della loro indipendenza, della loro crescita. Chiaro che si sono spesi molti soldi, ma il popolo messicano si merita veramente una festa di grandi dimensioni. Tutti i Paesi lo hanno fatto in simili circostanze: anche la Spagna ha celebrato in grande il V Centenario dalla scoperta dell'America".
Lili Ortega è una messicana che fa parte del gruppo degli animatori delle celebrazioni. "Per me rappresenta l'orgoglio del mio Paese, della mia razza, della mia gente. Può essere che mi sembrino eccessivi i festeggiamenti e la spesa, ma bisogna dimostrare al mondo che siamo uguali agli altri, anche se siamo in crisi". Lo diceva già il Premio Nobel messicano Octavio Paz nel suo magnifico ritratto della società messicana, Il labirinto della solitudine: "La nostra povertà può misurarsi per il numero e la sontuosità delle feste popolari. I Paesi ricchi ne hanno poche, non hanno né tempo né umore e la gente ha altre cose da fare. Ma nel Messico le feste sono il nostro unico lusso, sostituiscono il teatro e le vacanze".
Le feste passeranno, il Bicentenario finirà e la routine, se in Messico questa parola esiste, tornerà e allora i messicani dovranno chiedersi nuovamente quell'"orgoglioso di essere messicano?" e la risposta sarà affermativa perché, nonostante tutto, il messicano ama la sua terra con enorme passione.
E sicuramente anche i festeggiamenti porteranno altre notizie, come già diceva Octavio Paz: "A volte l'allegria finisce male, ci sono risse, offese, spari e coltellate. Anche questo fa parte della festa. Perché il messicano non si diverte, vuole superarsi, saltare il muro della solitudine che lo lascia isolato il resto dell'anno".
BELLISSIMO SPOT SUL MESSICO!!!

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COMMENTI (1)

Da arual
Inviato il 16 settembre a 03:46
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ho letto il tuo articolo e posso dirti che come straniera che vivo nel Messico da sei anni è impressionante non solo vedere i festeggiamenti ma anche come il loro sentimento di orgolio poco a poco ti coinvolge fortemente. Se Vuoi vedere altri post ancora più belli consiglio di entrare al sito di youtube e cercare ESTRELLAS DEL BICENTENARIO TELEVISA o visita questi sito:
http://www.youtube.com/watch?v=qUcOjN4gRKw http://www.youtube.com/watch?v=_rHm9yuhLNE&feature=related