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Davanti alla Fallaci chino il capo in segno di rispetto, come si deve a un intellettuale di talento, tuttavia non riesco a dirne bene. Fu valida e coraggiosa corrispondente di guerra, ma - parere personale - scrittrice molto modesta. In tempi remoti (primi anni ottanta), lessi Lettera a un bambino mai nato e lo trovai francamente brutto. Nello stesso periodo mi passò sotto gli occhi Un uomo. Era un testo forte, per stile e contenuto, che si confaceva a quel periodo della vita in cui si chiede ai libri di raccontare l'amore con energia e in modo diretto. Ma allora ero un lettore vorace e assai tollerante. La sua svolta populista, poco dialettica e molto tranciante, contribuì a rendermi l'Oriana decisamente più invisa.