L’origine della clownterapia

Creato il 23 novembre 2013 da Catanesefra

Clownterapia è il termine composto dall’unione di due parole chiave - clown + terapia - con cui si definisce un tipo di assistenza in ambiente sanitario

Una clownterapia “ante litteram” veniva applicata da Angelo Paoli (1642-1720), sacerdote carmelitano italiano beatificato nel 2010 anche per le sue molteplici attività caritative: si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati.

L’origine della clownterapia moderna si deve al dottor Hunter Adams (noto come Patch Adams). Egli iniziò a formulare una teoria sulla felicità partendo dall’esperienza negativa che l’ha visto protagonista quando era ancora un adolescente: egli, infatti, fu ricoverato in una clinica a causa di una forte depressione che lo stava conducendo lentamente al suicidio.

Dopo essersi iscritto alla Facoltà di medicina, intraprende degli studi su un campione di pazienti ricoverati in ospedale. Da sempre convinto che risata e sorriso portassero enormi benefici, Adams iniziò a visitare i suoi pazienti travestito da clown. Passo dopo passo il suo sogno prendeva forma: realizzare una casa-ospedale dove curare i pazienti affiancando la ricerca del benessere alle terapie mediche.

Nel 1983 Adams, con la collaborazione di alcuni amici, riuscì finalmente a realizzare il Gesundheit! Institute - Istituto della Salute nelle montagne del West Virginia: in questa struttura il rapporto tra pazienti e dottori si basava sulla fiducia reciproca e buon umore, mentre gioia e creatività divennero prescrizioni essenziali delle sue cure.

Il clown-dottore

Il ruolo del Clown Dottore può essere svolto da un operatore socio-sanitario professionale che applica le conoscenze della Gelotologia e della Psiconeuroendocrinoimmunologia nei contesti di disagio, ma anche più semplicemente da volontari o da membri del personale medico.

Egli lavora in coppia con un altro Clown Dottore, sfruttando le arti del Clown (Umorismo, Improvvisazione teatrale, Prestidigitazione, Marionette, Musica etc.) per cambiare il segno delle emozioni negative delle persone che vivono un disagio sanitario e/o sociale. Essi, a seconda del contesto, possono effettuare comicoterapia passiva (far ridere) o attiva (essere stimolatore di produzione comico/umoristica da parte dei suoi interlcutori).

Il clown trasforma il reparto o la camera d’ospedale – cornici fredde e distaccate dove vivono i pazienti – in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre prova a stabilire con gli spettatori un rapporto umano di fiducia e confidenza, capace di far dimenticar la quotidianità della vita ospedaliera, a profitto della fantasia e dell’immaginazione. L’importanza di questa figura non si esaurisce nella figura del paziente, bensì si estende a tutta la sua famiglia, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vissuti e condivisi anche da coloro che lo circondano con amore e affetto.

articolo tratto da Wichipedia


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