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L'origine di jaweh

Creato il 01 gennaio 2014 da Dariosumer

(Da "La nascita di Jaweh" di Alessandro Demontis)
El/Jahwe come Ish.Kur
Come abbiamo visto, uno dei nomi che veniva dato a En.Lil era Ilu.Kur.Gal
che trova il suo corrispondente nell' ebraico El Shaddai, Signore delle
Montagne. Ma esisteva anche un altro 'Signore delle Montagne' nel territorio
mesopotamico, precisamente nella parte più a est. Era il figlio minore di En.Lil
conosciuto dai sumeri come Ish.Kur e dagli accadi come Adad. Il suo regno era la
parte nord dell' Asia Minore, dove svetta la catena del Tauro. Il nome Ish.Kur è
legato alle montagne dalla radice Kur, ma il sillabico Ish è sempre stato
controverso. Questa parola veniva tradotta in accadico con Shaddu, ed è da
questo termine che deriva l' ebraico Shaddai. Inoltre alcuni passi dei salmi
(135:7) e del libro di Giobbe parlano di Dio come di colui che chiama la pioggia
e le nubi durante l' Esodo. In altri punti della Bibbia si parla di Dio dicendo
'Al suono della sua voce rombano le acque, [...] egli produce i fulmini e le nubi
[...] e libera i venti dalle loro riserve'. Dio era quindi legato alle tempeste, e
Ish.Kur era appunto il dio delle tempeste. In tal veste era adorato come Adad
dagli accadi e come Teshub dagli ittiti e hurriti.
El/Jahwe come Nin.Gish.Zid.Da
La conoscenza medica e scientifica di En.Ki vene trasmessa ai suoi due
figli prediletti: Marduk e Nin.Gis.Zid.Da i quali erano venerati in Egitto con i
nomi di Ra e Thot. Uno dei lati più controversi che la Bibbia assegna a Dio era
la sua capacità di guarire. Ci sono nella Bibbia innumerevoli riferimenti a
questo 'dio guaritore'. Nel libro di Geremia si legge 'Guariscimi o Signore ed
io sarò guarito [...]', mentre in Salmi 103:1-3 si legge 'Anima mia benedici il
Signore, [...] egli guarisce tutte le mie malattie'. Jahwe inoltre guarisce
Ezechia salvandolo da morte certa e gli dona oltre 10 anni di vita in più. Jahwe
riportava in vita i morti, come in una visione di Ezechiele. Jahwe inoltre era
un architetto eccezionale, dato che diede istruzioni dettagliate per la
costruzione del Tempio di Gerusalemme perfino sugli orientamenti, sugli
arredamenti, sui materiali da usare. La divinità sumera che più corrisponde a
tutti questi tratti è Nin.Gis.Zid.Da, infatti fu lui che in qualità di Thot
accorse in aiuto di Iside quando Horus fu morsicato da uno scorpione velenoso,
fu lui il rinomato architetto che progettò il tempio di Nin.Ur.Ta a Nippur, fu
lui che secondo gli egizi progettò le piramidi, e che secondo i sumeri aiutò suo
padre En.Ki a rendere i primi Lu.Lu creati capaci di procreare.
El/Jahwe come Ner.Gal e Nin.Ur.Ta
C' è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e
Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci
rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra. Entrambi i racconti
contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e
zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di
una zona geografica ben identificabile. Nel racconto della Bibbia la distruzione
arriva su Sodoma e Gomorra, due città 'corrotte allo sguardo di Dio', mentre
nell' Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne
constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l' attacco sono si
due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera
spietata. E' appunto il dio Erra. Questo nome è uno degli epiteti di Ner.Gal,
figlio di En.Ki e fratello di Marduk, marito di E.Res.Ki.Gal e quindi re dell'
Ab.Zu.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e
di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur.
E' per questo che Nin.Ur.Ta e Ner.Gal, chiamati rispettivamente nell' epica
Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a
usare le 'sette armi del terrore' contro le città conquistate da Nabu. Nel
racconto biblico è famoso il passaggio in cui si descrive la morte della moglie
di Lot che, fermatasi ad assistere alla distruzione delle città, venne tramutata
in una 'colonna di sale'. Il termine esatto che viene utilizzato nello scritto
ebraico è 'Netsiv Melah'. Ma se come è probabile questo racconto è un eco della
Epica di Erra, scritto in sumero, si deve chiarire che il termine Melah deriva
dal sumero Ni.Mur che significava sia 'sale' che 'vapore'. Nell' epica di Erra,
il dio Ner.Gal conducendo l' attacco dichiara che 'Le genti io farò scomparire
[...] le loro anime tramuterò in vapore' e il termine utilizzato è proprio Ni.Mur.
Da El a Jahwe
Questa molteplice possibilità di identificare El con varie divinità, si
spiega con il fatto che tra l' epoca sumeroaccadica e l' avvento del monoteismo
ebraico ci sono comunque oltre 1000 anni di storia, e tra la civiltà sumera e la
stesura della Bibbia ci son oltre 2000 anni. Durante questo arco di tempo la
Mesopotamia fu frazionata in tanti regni, si succedettero tante dinastie di re,
tanti popoli, ognuno dei quali venerava un particolare dio derivato dal
pantheon sumero. Questa venerazione avveniva sistematicamente riconoscendo anche
gli altri dei ma eleggendone uno a 'divinità principale o nazionale'.
E' questa la chiave che ci porta a comprendere la 'nascita di Jahwe'. Due
popoli, con le rispettive religioni, sono essenziali in questo cammino. Gli
Ittiti e gli Assiri.
Gli Ittiti erano un popolo proveniente dai balcani e stabilitosi nell'
Anatolia del sud nel II millennio a.C., una epoca successiva all' espandersi
della civiltà sumera e alla nascita del primo regno di Babilonia. La prima vera
fase in cui gli Ittiti si diffusero coincide con la adozione della città di
Hattusa come loro capitale. Venendo in contatto con le popolazioni circostanti,
gli Ittiti adottarono un pantheon misto che si rifaceva in gran parte alle
divinità dei sumeri. Nei loro scritti sono menzionati Utu e Teshub assieme ad
altre divinità di più difficile identificazione. Ma Utu è ben identificabile
nell' omonimo dio del sole sumero, e Teshub è altrettanto identificabile nella
versione hurrita di Ish.Kur/Adad. Fu con gli Ittiti che molti degli dei
'giovani' sumeri trovarono un nuovo nome e un loro culto. E' interessante notare
che di volta in volta questi 'dei nazionali' venivano venerati attribuendogli
opere di altri dei. In parallelo a questa azione però gli Ittiti furono i primi
a distaccarsi dalle tradizioni mesopotamiche e creare una nuova religiosità
basata sul culto dei morti e su un nuovo concetti di aldilà. Fu con loro che gli
dei, da esseri in carne ed ossa che vivevano con il popolo, diventano delle
entità da venerare come 'rappresentazioni' o 'incarnazioni' di concetti
astratti, come per esempio Illuyanka come incarnazione delle forze del caos e
Teshub, dio della tempesta, come 'portatore di ordine'.
Gli Assiri invece erano un popolo che abitava la zona a nord-est della
Mesopotamia, ai piedi dei monti Zagros, ed erano fortemente imparentati con i
babilonesi. Erano un popolo molto combattivo le cui tracce ci arrivano già a
cavallo del 1900 a.C. con l' inizio del loro primo regno. La religione Assira
era una versione quasi speculare di quella babilonese del periodo in cui Marduk
era dio nazionale di Babilonia. Il suo corrispondente era Ashur, un dio molto
violento, che veniva rappresentato con gli attributi di precedenti divinità
sumeroaccadiche. Alcune rappresentazioni lo ritraggono all' interno del disco
solare, solitamente associato alle divinità sumere e in particolare a Utu, altre
volte ha in mano il tridente, tipico di Ish.Kur, altre volte in mano porta una
sorta di 'cesta' che vediamo in molte rappresentazioni di Marduk. La figura di
Ashur successivamente si evolvette nel Aleyan-Baal, arrivato a noi tramite i
fenici, ma adorato precedentemente da tutti i popoli canaanei. Questo Baal é il
punto focale della trasformazione degli dei mesopotamici nella figura che poi
nell' ebraismo fu adorata come El/Jahwe.
Il Baal della mitologia canaanita è la prima figura che prende su di se gli
attributi di tutte le principali divinità precedenti. Nel pantheon canaaneo Baal
era figlio di El, e veniva chiamato Baal'Hadad, un riferimento a quell' Adad
accadico incarnazione del sumero Ish.Kur di cui abbiamo già parlato. Ciò
identifica quindi anche El con En.Lil come già detto.
Se tutte queste divinità erano ricondotte al nome El, che potremmo pensare
come un 'nome collettivo', serviva una figura che potesse permettere il 'grande
passo' nell' azione di creazione di una unica figura che rispondesse a tutte le
caratteristiche degli dei precedenti, ma che allo stesso tempo non fosse
identificabile come una ben precisa divinità tra tutte queste.
L' unico candidato possibile, a nostro avviso, era il figlio di Baal e di
sua sorellastra Asherah. Si chiamava, stranamente, Jaw. Questo nome era una
radice che iniziò ad apparire in molti epiteti divini; cronologicamente parlando
non si hanno testimonianze di questa radice prima del 1400 a.C., ed è bene
evidenziare che è questo, il XV secolo a.C., il lasso di tempo in cui si svolge
l' esodo e Jahwe fa la sua prima comparsa.
Nel suo apparire a Mosè, quando egli gli chiede quale nome dovesse dare
agli Israeliti, con le famose parole 'Il dio dei vostri padri mi ha mandato[...]
ma essi mi diranno: Chi è questo Dio? Come si chiama? - Io cosa risponderò
loro?', Jahwe gli risponde con l' enigmatica frase:
Io sono colui che sono!
[...] dirai al tuo popolo:
- Ehyeh mi ha mandato da voi -
Questo è il mio nome a Olam, con questo
titolo sarò ricordato
di generazione in generazione.
Ci sono ben due cose da notare in questo passaggio: il Dio dice a Mosè che
sarà ricordato con un titolo, facendo intendere che si tratti di un epiteto e
non di un nome proprio. Inoltre la prima frase 'Io sono colui che sono' nell'
originale ebraico è Ehyeh asher Ehyeh, che grammaticalmente non è un presente ma
un futuro, e il significato letterale è 'Io sono chiunque sarò'.
A nostro avviso una frase simile è la chiave che 'taglia' con tutte le
passate personificazioni delle varie divinità in El, e crea la figura di Jahwe
come unico Dio che funge da 'summa' di tutte le precedenti.
Questa rottura è ben resa anche dal passaggio in cui Jahwe dice a Mosè: 'Ad
Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai [...] ma il mio nome Jahwe loro non
conobbero'. Chiaro segno di un momento, l' incontro con Mosè, in cui questo Dio
cambia identità da El a Jahwe.
La frase 'Io sono chiunque sarò' suona come una imposizione che vieta una
ben precisa identificazione. Pone un muro che taglia con le figure passate,
rafforzato da quel passaggio da El Shaddai (e quindi El) a Jahwe.
Con questa serie di frasi si apre quindi una nuova era religiosa, in cui
una nuova divinità viene creata raggruppando tutte le possibili divinità sotto
il nome di El e cambiandogli nome in Jahwe eliminando, con la stessa definizione
del nome, ogni riferimento al passato.


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