“(…) Se gli antichi egizi ereditarono il loro sapere dai sumeri, questi da chi hanno appreso quelle scienze? Come confermano recentissime scoperte, c’è un altro pianeta nel sistema solare. I suoi abitanti, che i sumeri chiamavano Anunnaki e la Bibbia Nephilim, iniziarono a visitare la Terra mezzo milione di anni fa, e il ricordo delle loro gesta è giunto fino a noi per varie strade: nei racconti mitologici, nell’Antico Testamento della Bibbia, nell’Epopea di Gilgamesh (…)”.
Brano tratto da IL PIANETA DEGLI DEI di Zecharia Sitchin
Zecharia Sitchin
Zecharia Sitchin (1920 – 2010), nato in Russia e cresciuto tra Israele e Palestina, si è laureato a Londra in Storia Economica alla”London School of Economics and political Science”. Profondo conoscitore delle lingue semitiche e della scrittura cuneiforme, il suo campo di studi si è svolto principalmente nell’ambito della ricerca paleoastronautica. Personaggio piuttosto controverso, ha tentato di collegare discipline diverse, trovandovi un legame nascosto e forse discutibile dalla scienza ortodossa. E’ stato autore di numerosi libri fra i quali: GLI ARCHITETTI DEL TEMPO, GLI DEI DALLE LACRIME D’ORO, GUERRE ATOMICHE AL TEMPO DEGLI DEI, IL PIANETA DEGLI DEI e altri. Le sue teorie sono basate su una personale e del tutto originale interpretazione degli antichi testi sumeri. Egli, infatti, sostiene che la creazione degli antichi sumeri è da attribuire ad una razza aliena conosciuta in ebraico col nome di Nephilim o Anunnaki in sumero proveniente dal pianeta NIBIRU (“il pianeta dell’attraversamento” in sumero), un ipotetico quanto misterioso e oscuro pianeta del sistema solare con un periodo orbitale intorno al sole di 3600 anni, presente proprio nella mitologia sumero – babilonese. La teoria di Sitchin più famosa e, diciamo, controversa e per molti versi rivoluzionaria al riguardo afferma che, in corrispondenza della cintura di asteroidi del sistema solare (insieme di corpi celesti formati di roccia e chiamata dagli astronomi cintura di asteroidi, che si trovano tra il pianeta Marte e il pianeta Giove) ci sarebbe stato, in tempi remotissimi, un pianeta che i sumeri chiamavano TIAMAT (la divinità primordiale) previsto anche dalla Legge di Titius – Bode (gli astronomi Johannes Titius e Johann Bode scoprirono che le distanze dei pianeti del sistema solare sono basate sulla sequenza naturale 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96 e così via. Dai loro calcoli matematici si deduce, perciò, che nella cintura di asteroidi, in epoche remotissime, doveva trovarsi un pianeta). Il ritorno del pianeta NIBIRU nella sua orbita, della durata di 3600 anni, provoca ogni volta delle catastrofi nelle orbite degli altri pianeti. Zecharia Sitchin, che ritiene NIBIRU responsabile dei fenomeni inspiegabili del nostro sistema solare, da un attento studio dell’ENUMA ELISH (poema sumero – babilonese fra i primi composti dall’uomo), giunge alla tremenda e quasi fantascientifica conclusione che il pianeta NIBIRU, per turbolenze e modalità varie dovute alla forza di gravità, fu “attirato”, dallo spazio remoto, dalla forza gravitazionale del pianeta Urano e che, nel suo percorso verso Urano, da esso si staccarono quattro lune, le quali causarono lo spostamento dell’asse del pianeta e allontanarono l’orbita del satellite di quest’ultimo, Tritone. Poi, nel giro di tre rotazioni intorno al sole, NIBIRU danneggiò dapprima le lune del pianeta TIAMAT e poi “spaccò” e divise in due parti il pianeta stesso. Una di queste parti avrebbe occupato l’orbita della Terra e l’altra parte sarebbe diventata la cintura di asteroidi che si trova, appunto, fra il pianeta Marte e il pianeta Giove. In un’orbita successiva NIBIRU, avvicinandosi di nuovo al sole e ai pianeti più vicini ad esso (quali Mercurio, Venere, Terra), avrebbe provocato lo scioglimento dei ghiacci dell’Antartide e originato il Diluvio Universale. Zecharia Sitchin non dice quale sarebbe stato il tempo trascorso fra gli “sconvolgimenti cosmici” che hanno colpito il nostro sistema solare e il Diluvio Universale. Calcola soltanto un periodo di 432.000 anni: il tempo intercorso dal primo atterraggio degli dei Anunnaki al Diluvio Universale. Ipotesi e teorie davvero incredibili quanto inquietanti e difficili da ritenere vere al cento per cento! Sta di fatto che recenti trivellazioni sul fondo dell’oceano al largo delle coste della Virginia (USA) hanno rivelato uno strato di macigni spesso 60 metri e sepolto sotto 360 metri di altri sedimenti. Fra i macigni furono trovati frammenti di tectiti (ossia piccole masse vetrose traslucide di colore rosso, verde o nero prodotte da impatti con asteroidi o altri corpi celesti) prove sicure dell’impatto con corpi celesti! Forse un grosso meteorite o altro corpo di natura celeste ha colpito la Terra producendo le tectiti, e uno tsunami o maremoto si levò dal suolo marino poco profondo ammucchiando i suddetti macigni fino a formarne lo strato dello spessore di 60 metri. Circa 65 milioni di anni fa, i dinosauri (animali a sangue freddo o rettili, anche di grandi dimensioni, che abitavano la Terra in ere remote) si estinsero improvvisamente. La scienza ufficiale ha oggi tutte le prove per affermare che la loro estinzione fu causata da un asteroide o un altro corpo celeste del diametro di almeno 19 km, che si abbatté nella penisola dello Yucatan, in Messico. L’impatto di un oggetto simile con la Terra può produrre uno tsunami o maremoto di ingenti proporzioni (onde gigantesche che spazzerebbero via anche le montagne) e in più, l’immane spostamento d’aria che ne seguirebbe produrrebbe incendi colossali su vasta scala per auto – combustione e solleverebbe nuvole di polvere talmente spesse ed enormi da alterare il clima dell’intero pianeta. Un impatto con un oggetto ancora più grosso (ad esempio un pianeta o una cometa di grandi dimensioni), non solo darebbe luogo ad uno tsunami o maremoto davvero inimmaginabile quanto distruttivo, ma invierebbe spruzzi d’acqua a un’altezza di oltre 40 km nell’atmosfera della Terra, causando complesse reazioni chimiche a catena che potrebbero anche distruggere la fascia di ozono che la protegge. Da tutto ciò si possono trarre diverse conclusioni: scientifiche o meno, mitologiche o apocalittiche. Ci sono molte cose del passato più remoto, sia del pianeta Terra che della civiltà umana, che non si conoscono ancora e che la scienza ufficiale e quella meno ufficiale, alla quale sembra essere appartenuto Zecharia Sichin, cercano di scoprire, di indagare, di comprendere. Forse appena in questo primo decennio del XXI secolo si inizia a far luce, forse con una mentalità e una concezione del tutto nuove e più “aperte” rispetto ai decenni passati, sull’Universo, sul pianeta Terra che ci ospita e su noi stessi.
Il 15 febbraio 2013, un asteroide denominato, in gergo scientifico, 2012 DA 14, transiterà a poche migliaia di km dalla Terra. L’asteroide attraverserà l’orbita geostazionaria, sulla quale si trovano i satelliti artificiali, avvicinandosi alla Terra più di ogni altro asteroide. Questo asteroide fa parte dei cosiddetti “Apollo” un gruppo di asteroidi (nella cintura fra Marte e Giove: una parte del pianeta TIAMAT “spezzato” in due da NIBIRU, secondo la teoria di Zecharia Sitchin) ad alto rischio di impatto con il nostro pianeta. Esso ha un diametro di 50 metri e una massa di 130.000 tonnellate. Le probabilità di impatto con la Terra, per fortuna, sono, in previsione, nulle o molto basse da essere pari a zero, e la distanza raggiunta sarà forse da un massimo di 53.000 km ad un minimo di 27.000. Passerà proprio quasi al di sopra delle nostre teste, magari in una fredda giornata di sole e di vento o di pioggia abbondante e fastidiosa!
“(…) Alzati, alzati marinaio alzati / E le onde piangono silenziosamente / Nel loro sangue è conficcato un arpione / Sanguinano dolcemente nel mare / La lancia deve affogare nella carne / Pesce e uomo affondano nell’abisso / Dove abita l’anima nera / Non c’è nessuna luce all’orizzonte / (…) Alzati, alzati marinaio alzati / E le onde piangono silenziosamente / Nel loro cuore è conficcato un arpione / Sanguinano fino a dissanguarsi sulla riva / Sanguinano fino a dissanguarsi sulla riva”. Versi o solamente parole, terribili, quasi da “fine del mondo” e da impatto o collisione catastrofica fra corpi celesti! La band tedesca, di Berlino, dei RAMMSTEIN, band industrial – metal; forse trasgressiva, forse al di là del post – moderno, li canta in una canzone dal titolo REISE REISE, immaginando proprio una collisione cosmica che genera catastrofi e immani distruzioni.
Francesca Rita Rombolà