Sull’Osservatore Romano, organo ufficiale della Santa Sede, Lucetta Scaraffia interviene sul dibattito esistente in Francia sul disegno di legge che prevede il matrimonio per le coppie dello stesso sesso prendendo spunto da un articolo pubblicato dal settimanale francese d’ispirazione cristiana Témoignage chrétien che è intervenuto a difesa del matrimonio gay.
Così scrive Lucetta Scaraffia: «Rifiutare agli omosessuali la possibilità di stabilire un contratto matrimoniale sarebbe, secondo la rivista, “aggiungere una discriminazione a quelle di cui già troppo spesso sono stati oggetto”, e il progetto di legge in questione sarebbe un passo avanti nel riconoscimento dell’uguaglianza per gli omosessuali. Rimane quindi inespressa, ma logicamente deducibile, la minaccia che grava su quanti si oppongono a questi “matrimoni”: essi sarebbero contrari all’uguaglianza dei gay, quindi omofobi. Come se non si potesse difendere il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione e, al tempo stesso, essere contrari a concedere loro il matrimonio. Come se l’uguaglianza fra i cittadini dovesse essere ratificata dalla cancellazione di ogni differenza, negando in questo caso quella sessuale».
Quindi sull’organo della Santa Sede si sostiene la posizione di «difendere il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione e, al tempo stesso, essere contrari a concedere loro il matrimonio».
È opportuno ricordare che nel 2000 il Pontificio Consiglio per la Famiglia è intervenuto sulle unioni di fatto omosessuali con il documento “Famiglia, matrimonio e ‘unioni di fatto’”. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia scriveva: «Per quanto riguarda le recenti proposte legislative di equiparare le unioni di fatto, incluso quelle omosessuali, alla famiglia (occorre tener presente che il loro riconoscimento giuridico è il primo passo verso la loro equiparazione), è opportuno ricordare ai parlamentari che essi hanno una seria responsabilità di opporvisi, poiché “i legislatori, e in modo particolare i parlamentari cattolici, non dovrebbero favorire con il loro voto questo tipo di legislazione poiché contraria al bene comune e alla verità dell’uomo e quindi veramente iniqua”[18]. Tali iniziative legali presentano tutte le caratteristiche di non conformità alla legge naturale che le rendono incompatibili con la dignità di legge».
Perciò nel 2000 un dicastero della Santa Sede si rivolgeva ai parlamentari cattolici invitando ad opporsi al riconoscimento giuridico delle unioni di fatto omosessuali (al tempo era ancora un tabù parlare di matrimonio per le coppie dello stesso sesso) mentre nel 2012 sull’organo ufficiale della Santa Sede si legge di «difendere il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione».
A questo punto resta da chiarire in che modo l’Osservatore Romano pensa di difendere giuridicamente «il diritto delle persone omosessuali a non essere sottoposti ad alcuna discriminazione».
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