Non c'è molto del mio spazio
che sappia d'altro
se non d'un oscuro incedere.
Poco del mio tempo odora di qualcosa
che non sia polvere,
che si colori di qualcosa
che non sia notte.
Poco altro segna la storia,
riveste la pelle del mio sacco
che non sia freddo, gelido, insensato,
gratuito.
Le mie mani abbandonate
modellano queste assenze
a memoria e
queste forme io impersono, interpreto,
impregno di me,
sorridente.
Sono molti, quei me
che non si sono presentati stasera
stasera
stasera
stasera.
Non so proprio che faccia indossare,
stasera.
Non c'è molto sulla mia strada
che non odori della
caduta,
l'immancabile veste
d'antica ruggine,
un paio d'occhiali,
un filtro,
per un ossidato scrutare.