Magazine Cultura

L’ossimoro dello scrittore

Creato il 22 aprile 2012 da Tiziana Zita @Cletterarie

L’ossimoro dello scrittoreSulla rivista francese Lire, il giornalista Frédéric Beigbeder ha individuato le due coordinate che costituiscono l’essenza della scrittura: l’urgenza e la pazienza. Scrivere vuol dire essere tirati da queste due forze opposte, in realtà “scoperte” dallo scrittore belga Jean Philippe Toussaint. Da una parte c’è l’urgenza: troppi libri infatti non sono necessari. La maggior parte, direi io, visto che 6 libri su 10 non vendono neanche una copia e passano direttamente dal tipografo al macero. Molti autori non hanno niente da dire, o almeno niente d’indispensabile. Lo scrittore invece è qualcuno che non ha scelta. Avrebbe potuto scrivere questo o quello, ma il libro gli s’impone come una calamità: non c’è n’è che uno che può scrivere, quello che gli viene dalla pancia. E’ quasi questione di vita o di morte.

“Questa urgenza è ben compensata, o meglio provocata, da un riflesso opposto: la pazienza. Per scrivere bene bisogna saper attendere, ‘lasciare il libro in infusione dentro di sé’. Spesso s’immagina lo scrittore al lavoro come un fannullone inquieto che si fa deporre un coniglio dalle muse: è esattamente così. Scrivere presuppone tempo, noia, silenzio e solitudine. E’ una questione di disciplina: scrivere è anche trattenersi dallo scrivere. Lo scrittore, quello vero, ha dunque dentro di sé un bisogno imperativo di dire la cosa più bella e importante al mondo, a costo di scoppiare, e ciononostante deve poltrire, oziare, prendere (perdere…) tempo, accendere un fuoco d’inverno, nuotare d’estate”.

Un destino meraviglioso che però produce una terribile angoscia perché bisogna agire allo stesso tempo, velocemente e lentamente. Festina lente, diceva l’imperatore Augusto, ovvero “affrettati lentamente”.
E tu ce l’hai l’ossimoro dello scrittore?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :