La settimana scorsa vi avevo raccontato della signora che sulla metro B leggeva seduta accanto al marito. Ebbene, mentre io e la signora eravamo impegnate nel nostro gioco di sguardi, il marito, appunto, non si era lasciato distogliere dalla lettura in cui a sua volta era assorto. Molto alto e stempiato, di corporatura solida, occhiali in acetato blu elettrico, giacca impermeabile e jeans chiari. Seduto comodamente e a gambe leggermente divaricate, leggeva tenendo il libro molto distante dagli occhi, forse per problemi di presbiopia e assolutamente catturato dalla storia. Il tomo, in effetti, aveva un titolo così suggestivo da invogliare chiunque a saperne di più: L’ostinato scorrere del tempo.
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