E’ indubbiamente un nome buffo. Verrebbe da pensare ad un ottavo nano Disneyano, invece è uno strumento musicale , lo strumento più agile ed acuto dell’orchestra.
Viene generalmente suonato da un flautista, come strumento principale o come secondo strumento (alternato al flauto).
Questa soluzione (utilizzata spesso nei piccoli organici) richiede un particolare allenamento al flautista per adattarsi rapidamente allo strumento in quanto il foro della testata dell’ottavino è più piccolo rispetto a quella del flauto e le chiavi sono molto più piccole e ravvicinate.
Perchè si chiama ottavino? Lo spiego naturalmente a tutti i miei lettori che non sono del mestiere. La sua tessitura è un’ottava superiore rispetto a quella del flauto. L’ottavino è uno strumento difficile dal punto di vista dell’emissione del suono e dell’intonazione: occorre molta maestria ed allenamento da parte dell’esecutore. Il carattere dello strumento è estremamente brillante e si adatta perfettamente all’esecuzione di passaggi virtuosistici, meno alle melodie cantabili. La sonorità è esile nel registro medio grave, mentre acquista di forza e chiarezza salendo: la terza ottava è potente e penetrante al punto da “bucare” qualsiasi sonorità orchestrale.
Prossimamente intervisterò la musicista che suona l’ottavino nell’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari.