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L'ottimismo del pensiero positivo

Da Andrea Rattacaso @rattablog2

L'ottimismo del pensiero positivoSe guardiamo la vita sotto un aspetto matematico, ci troviamo di fronte ad un numero infinito di equazioni, con infinite variabili ed infinite soluzioni, dove la certezza del risultato viene sostituita da ciò che chiamiamo "risultato più probabile".
Mentre un matematico, un fisico o un ingegnere possono permettersi di sopravvalutare i problemi matematici per trovare delle soluzioni ancora più efficaci, nella vita reale è molto facile che questo atteggiamento varchi la soglia del pessimismo, proprio perché molti problemi sono già difficilissimi da risolvere così come sono.
Ingigantire i problemi reali della nostra vita spesso ci sottrae coraggio, ci toglie la speranza eci induce a vivere una misera esistenza.
Oggi la gente è molto più pessimista del passato, nonostante la vita sia molto più facile per tanti aspetti. La generazione degli anni '80 e '90 è stata figlia della prosperità, una prosperità che ci ha reso la vita molto più facile.
Nella nostra facile giovinezza però non avevamo tenuto conto del fatto che la società sarebbe peggiorata: oggi è difficilissimo trovare lavoro ed anche un laureato come me tornerebbe volentieri indietro di qualche anno per imparare qualche mestiere da artigiano come il falegname o il calzolaio.
È per questo motivo che oggi, più che sovradimensionare i problemi ambientali e sociali, sarebbe opportuno puntare su noi stessi, migliorando il nostro atteggiamento con un pensiero più positivo che si traduce in una sola parola: ottimismo.
Un sano ottimismo consiste nella capacità di riporre la nostra fiducia nel futuro, senza perdere il contatto con la realtà. La vita non è facile, dobbiamo esserne consapevoli, ma c’è sempre qualcosa di positivo anche nelle situazioni più spiacevoli e ciò che oggi può rivelarsi una disgrazia, se la superiamo, può diventare il nostro punto di forza per il futuro.
Riuscendo a mantenere un atteggiamento ottimista affrontiamo con fiducia la nostra esistenza e abbiamo l’opportunità di creare tante cose positive per noi stessi e per gli altri. Una cosa positiva va vista come un’opportunità che può aggiungere alla nostra vita delle migliorie, dei vantaggi e qualsiasi altra cosa buona.
Una persona capace di essere ottimista è anche capace di sperare. La speranza è un attesa fiduciosa del bene, è un attitudine a cogliere gli aspetti favorevoli della vita, indispensabile se si vuole essere elementi positivi per la società. Chi è capace di sperare crede fortemente nei suoi sforzi per migliorare una certa situazione negativa, ottiene un certo benessere interiore, non ha bisogno di pensare a se stesso e riesce ad essere più altruista.
Ma quali sono gli ingredienti per un sano ottimismo?
Senza dubbio, ciò che è più importante per fare in modo che l’ottimismo non diventi un dannosa illusione è diventare consapevoli delle proprie responsabilità.
"Che cosa ho fatto per evitare che una determinata situazione negativa sia diventata realtà?" – "Sono certo di aver fatto tutto quello che era in mio potere?" – "Cosa avrei potuto fare per stare bene oggi?" – Queste sono le domande che dovremmo farci se vogliamo essere onesti noi stessi.
Questo processo mentale è importantissimo se non vogliamo prendercela con il mondo intero per i nostri fallimenti: riuscendo a capire gli errori che si sono fatti, determinando le proprie responsabilità, può essere possibile dentro di noi una trasformazione atta a colmare le nostre mancanze, per migliorarci e, se possibile, recuperare gli errori del passato.
Al contrario, se non si attua questo processo, rischiamo di trovarci a combattere contro i mulini a vento radicando dentro di noi un pericolosissimo atteggiamento di impotenza esistenziale.
Se fossimo davvero inermi contro il male nel mondo, che senso avrebbe vivere? La vita si ridurrebbe ad un continuo evitare situazioni spiacevoli, senza mai tentare di recuperarle in qualche modo. Rischieremmo di diventare dei vampiri affettivi, che dentro non hanno nulla di bello da dare e che per vivere hanno bisogno di nutrirsi delle situazioni positive degli altri.
E così diventiamo un elemento distruttivo per il tessuto sociale, che tende soprattutto a consumare e sfruttare ciò che è già positivo per merito di altri. A questo punto non ci importa di voler cambiare le cose brutte, perché se sono diventate tali "non è assolutamente colpa nostra", quindi non è affare nostro.
Questo ci porta al secondo ingrediente, ossia imparare che la vita è un continuo cambiamento, che "non può piovere per sempre". Se ci impegniamo per cambiare una cosa negativa che ci sta a cuore, possiamo trasformarla in una cosa positiva e aggiungere benessere nella nostra vita, per merito nostro. Così cala il nostro senso di impotenza, aumenta la fiducia in noi stessi e si crea il nostro personale pensiero positivo.
La terzo ingrediente è imparare che gli assoluti non esistono. È una lezione così semplice da imparare, eppure tantissime volte crediamo che una determinata situazione sia negativa in assoluto. Le uniche cose che sono al 100% o 0% positive sono astratte, sono per lo più concetti mentali che mal si prestano a rappresentare le situazioni della vita reale.
Il male non è l’INTERO pianeta, non è SOLO in determinate persone e di sicuro nessuna situazione della nostra vita è SOLO un danno. Ogni disgrazia, ogni danno, che senza dubbio possono causare fortissimi effetti negativi, da cui è possibile anche non riprendersi, possono sempre essere un occasione per portare qualcosa di nuovamente positivo per la nostra vita.
L'ultimo ingrediente è quello di imparare a guardare alla nostra vita con obiettività. Tante volte prendiamo troppo sul serio i nostri problemi, senza considerare che al mondo esistono delle situazioni che soggettivamente sono peggiori delle nostre. Se solo guardassimo più in là del nostro naso, non solo capiremmo che non siamo i più sfortunati al mondo, ma imparando dagli altri otterremmo anche delle informazioni utili per risolvere i nostri problemi.
L'ottimismo è l'energia positiva che trasmettiamo al mondo attraverso i nostri atti, senza la quale oggi non saremmo quello che siamo. Sono le speranze degli uomini che hanno permesso il benessere che abbiamo ottenuto e, questo stesso benessere, sta per essere distrutto proprio dal pessimismo e dalla staticità che abbiamo oggi.
Quindi:

  1. Diventiamo consapevoli delle nostre responsabilità nella società e nel pianeta.
  2. Puntiamo ad un miglioramento costante, perché la vita è in continuo cambiamento.
  3. Impegniamoci a cogliere gli aspetti positivi della vita reale, perché nulla è negativo al 100%.
  4. Guardiamo la nostra vita con obiettività, perché nel mondo non esistiamo solo noi e dagli altri possiamo imparare tante cose utili per cambiare il male in bene.

Se riusciremo a centrare questi 4 obiettivi, senza dubbio saremo molto vicini a diventare delle persone ottimiste e soprattutto degli elementi positivi per noi stessi e per tutto ciò che ci sta a cuore.
Per saperne di più:
  • Il Grande Venditore, Jeffrey Gitomer
  • Speranza - Catechismo della Chiesa cattolica
  • Ottimismo - Wikipedia

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