L’ottimismo non basta! L’aiuto dello sport coach per tornare al top

Creato il 11 luglio 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Mi è capitato in questi giorni di parlare con un’amica atleta di alto livello, ho ascoltato le sue parole e come sport coach ho fatto alcune riflessioni.

Il torneo era importante e non è andato come sperato. Lei mi ha detto: “eppure ero carica, positiva, ma abbiamo perso male una partita e i punti sono importanti, peccato”.

Quante volte ti è capitato?

Nella mia vita da atleta mi è capitato tantissime volte di affrontare una partita nello stato d’animo migliore, convinta che il risultato sarebbe stato perfetto, ma poi, per qualche motivo il risultato è stato diverso e la delusione forse ancora maggiore perché apparentemente era tutto ok per fare ciò che però non è arrivato.

Che cosa succede in queste situazioni? Cosa ha influito sulla prestazione?

Di certo occorre fare un’analisi mirata a mente fredda perché i fattori che entrano in gioco sono davvero tanti e a volte basta sottovalutarne uno per cambiare il risultato.

Prima di tutto, a maggior ragione negli sport di squadra, occorre che tutti lavorino nella stessa direzione e bisogna tenere sempre conto delle condizioni di tutti per lavorare al meglio verso il risultato finale.

Oltre a ciò ci sono tante condizioni fisiche e mentali che spesso vengono sottovalutate ma che a volte fanno la differenza, soprattutto ai massimi livelli.

Nell’ambito dello stesso sport, ci sono poi competizioni diverse da altre, alcune in cui basta vincere, altre in cui ogni singolo punto determina la classifica, questo cambia di molto la pressione che l’atleta ha rispetto al match. Apparentemente è molto simile ma mentalmente fa una grande differenza. Prova ad immaginare la finale di volley tra due squadre che si gioca al meglio delle 3 partire su 5 oppure con una partita secca.

In una situazione così, occorre giocare ogni punto come fosse l’ultimo, in un equilibrio perfetto tra il dare il massimo e dosare le energie nel modo tatticamente più utile. Per fare questo occorre grande sintonia tra i giocatori, il minor spreco possibile di energie inutili e tanto focus. Soprattutto, occorre una grandissima abilità di chiudere immediatamente il punto precedente e concentrarsi su quello che deve accadere dopo.

Le analisi delle partite si fanno in spogliatoio e non durante la gara. Per quanto possa sembrare banale ho notato spesso che non è così scontato.

Quando si vince va tutto bene ma quando qualcosa va storto si aprono “dibattiti” su tutto, sulle posizioni in campo, sulla tecnica, sulla tattica e sulle scelte togliendo completamente il focus da ciò che invece sarebbe importante fare, ossia continuare a giocare.

La maggior parte delle partite si preparano prima e non esiste uno sport, ai massimi livelli, che si giochi senza aver prima studiato l’avversario. Raramente in campo, succede qualcosa di così diverso da dover completamente stravolgere la strategia, a volte occorrono solo piccoli adattamenti, ma la differenza sta nella capacità degli atleti di mantenere il focus su quello deve accadere piuttosto che su quello che è già accaduto.

Come si allena mentalmente tutto ciò?

Ci sono tanti modi di farlo, sia durante gli allenamenti normali, simulando sistemi di punteggio sfidanti e sia fuori dal campo attraverso l’allenamento mentale, le visualizzazioni e le anticipazioni mentali di quello che accadrà.

L’obiettivo è far si che quelle situazioni di difficoltà diventino qualcosa di normale, un momento che sappiamo che arriverà, esattamente come ogni altro momento della gara e non un momento che “speriamo non arrivi mai”.

Anticipare mentalmente anche i momenti in cui la pressione più alta ci offre la possibilità di creare la risposta giusta, emotiva e mentale, e trovare subito la soluzione migliore.

Una delle più grandi soddisfazioni che ho avuto, applicando queste tecniche è stata quella di arrivare a consapevolizzare che tutti questi momenti, sono aspetti diversi della competizione, che si susseguono in continuazione. Da momenti di difficoltà, sono diventate nuove sfide e nuove occasioni per migliorare e tanto importanti quanto il punto della vittoria, perché per vincere un mondiale, si passa anche da li.

Buon lavoro e a presto.

Di Sara Gatti


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :