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L’outsourcing e le PMI italiane

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

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L’outsourcing è tra i fenomeni di carattere strategico/manageriale che ha conosciuto una maggiore espansione negli ultimi decenni e non accenna ad arrestarsi. Ma di cosa si tratta precisamente e quali sono i motivi principali che ne stanno alla base? Quali sono i benefici che questo fenomeno apporta soprattutto alle Pmi italiane?

L’outsourcing viene definito come quel processo che porta all’acquisizione di prodotti o servizi, attualmente affidati all’attività produttiva diretta e alla gestione interna dell’azienda, da un fornitore esterno, chiamato provider. Questo processo porta quindi a cercare soggetti esterni, specializzati, per delegare loro alcune attività, liberando quindi risorse da concentrare sulla propria attività principale. I motivi che spingono le aziende, sia di grandi che di piccole dimensioni, a esternalizzare sono principalmente due:

a) liberarsi di alcune funzioni marginali, seppur essenziali al buon funzionamento imprenditoriale, con lo scopo di concentrarsi sulla propria attività principale;

b) ridurre i costi, in particolare quelli operativi.

L’esternalizzazione, infatti, permette di diminuire l’incidenza dei costi fissi sui costi totali, creando economie di scala e altri vantaggi derivati dalla specializzazione del soggetto esterno fornitore di servizi. A questi motivi di base si aggiungono poi motivazioni correlate, come il bisogno di maggiore flessibilità, la riduzione della struttura di gestione, il bisogno di accelerazione del processo di cambiamento e, infine, la possibilità di apprendere dalle esperienze altrui.

Illustrati i punti salienti che caratterizzano l’outsourcing in generale, risulta più chiaro come questo processo possa giovare ai piccoli business, soprattutto considerando l’attuale situazione di crisi del mercato. Le Pmi italiane, infatti, per sopravvivere nel contesto economico attuale, si trovano a dover affrontare budget sempre più ristretti, da un lato, e bisogno sempre maggiore di innovazione e ottimizzazione, dall’altro. L’outsourcing offre loro un canale per accedere a competenze qualificate e competitive, risparmiando sui costi di gestione interni e migliorando il prodotto/servizio offerto al cliente.

In particolare, quindi, l’esternalizzazione per le Pmi può portare i seguenti vantaggi:

Vantaggi di costo

Come già detto, il motivo principale che porta a esternalizzare è la riduzione dei costi. Questo perché l’outsourcing permette di produrre a prezzo minore, senza tuttavia rinunciare alla qualità. Esternalizzare attività come per esempio la creazione di un sito web, permette alla piccola impresa di risparmiare sulla ricerca e l’assunzione di un tecnico informatico, allo stesso tempo ricevendo un prodotto di qualità e personalizzato. I vantaggi di costo si protraggono nel tempo, in quanto si avranno anche risparmi sull’aggiornamento e formazione del personale interno.

Aumento dell’efficienza

La maggiore efficienza deriva dalla maggiore conoscenza ed esperienza che il provider esterno può apportare al progetto. Non solo egli è altamente specializzato nel suo ambito, ma ha anche avuto nel tempo la possibilità di testare e innovare sul campo, cosa che spesso non è possibile per una Pmi giovane e con limitate risorse.

Concentrarsi sulla propria attività principale

Come accennato sopra, esternalizzare significa liberare risorse ed energie che possono essere spese per concentrarsi sulla costruzione del proprio brand, sull’investimento nella ricerca e sviluppo e sull’avanzamento nel proprio settore di attività, aggiungendo valore ai servizi offerti.

Risparmio su infrastrutture e tecnologia

L’outsourcing elimina il bisogno di investire su nuove infrastrutture, poiché il provider esterno si carica delle responsabilità di produzione di parte del prodotto/servizio, sviluppando quindi le necessarie infrastrutture al vostro posto.

Dare accesso a personale altamente qualificato

L’azienda che esternalizza ha accesso a personale altamente qualificato. Provider specializzati, infatti, possono provvedere a fornire personale esperto in diversi ambiti, in modo da massimizzare la qualità del prodotto/servizio finale.

Vantaggi derivati dal diverso fuso orario

Esternalizzare funzioni a provider esteri permette di godere di alcuni vantaggi derivati dalle differenze di orari delle diverse zone del mondo. Per esempio, può accadere che un provider che opera in Australia prepari progetti o servizi mentre la vostra attività in Italia è chiusa durante la notte, e faccia quindi trovare il lavoro terminato già il mattino seguente. Questo, che può sembrare a prima vista un vantaggio minimo, può invece avere un impatto positivo sulle tempistiche di un progetto.

Servizi più veloci e di qualità migliore

Tutto ciò che è stato detto sopra porta ad avere un generale miglioramento di qualità e velocità della vostra offerta, diminuendo anche il lasso di tempo che serve al vostro prodotto per raggiungere il mercato. Ciò permette quindi una conversione più rapida di un’idea in un vero prodotto/servizio, raggiungendo un valore di mercato maggiore e, di conseguenza, aumentando i guadagni.

Superare carenze di personale qualificato e implementare il processo di risk management

L’outsourcing permette, infine, di superare le carenze stagionali di personale, per esempio durante le festività o periodi di vacanze. Inoltre, in caso di calamità naturali, problemi tecnici o incidenti, l’esternalizzazione è un utile strumento per migliorare il proprio processo di risk management, dando la possibilità di delegare le attività al provider, fornendo una risposta rapida alla crisi e un recupero più veloce.

Qual è la situazione delle Pmi italiane in quanto a esternalizzazione?

Il rapporto innovazione/internazionalizzazione per le Pmi italiane si è dimostrato positivo nel 2012, registrando un aumento di competitività per le Pmi che hanno saputo internazionalizzarsi rispetto a quelle che non ne hanno usufruito (Fonte: Rapporto Pmi 2012). Il 2012 è stato l’anno che ha visto la più grande crescita di outsourcing per le Pmi, arrivando a raggiungere un +72%. Gli ambiti che sono più esternalizzati sono legati alle attività amministrative, come la gestione delle risorse umane, la gestione dei pagamenti e degli aspetti legali al lavoro. Questi dati, però, sono nettamente inferiori alla media europea, in quanto, come suggerisce la statistica svolta da ADP, un’azienda specializzata in servizi per la gestione dei dipendenti, solo il 15% delle Pmi italiane affida le attività amministrative e di gestione del personale a soggetti esterni. Questa situazione pone un limite al potenziale produttivo delle Pmi italiane, creando rallentamenti nella gestione, con conseguente perdita di competitività.

Concludendo, la via dell’outsourcing può essere considerata una tappa obbligata per le Pmi italiane. Questa strategia va basata su un’effettiva interazione con le aziende provider, in modo da ottenere vantaggi che vanno oltre all’abbattimento dei costi, fino a raggiungere obiettivi strategici del lungo termine. Flessibilità e innovazione sono i capisaldi della nuova economia, e possono essere raggiunti solo condividendo esperienze e conoscenze con soggetti provenienti da tutto il mondo.

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