"Un antropologo propose un gioco a dei bambini africani: posizionò un cesto di frutta sotto un albero e disse loro che il primo che vi sarebbe arrivato, avrebbe vinto la frutta. I bambini si misero pronti e al "partenza" si presero tutti per mano e corsero verso il cesto. Arrivati insieme, si sedettero e condivisero il premio.
"Perché avete corso tutti insieme e avete diviso i frutti, quando uno poteva averli tutti per sé?". Alla domanda dell'antropologo i bambini risposero in coro: "Ubuntu!", e uno aggiunse: "Como può uno di noi essere felice se tutti gli altri sono tristi?".
Ho appena ascoltato alla radio spagnola questo stupendo aneddoto sulla filosofia sudafricana chiamata "ubuntu" e non potevo assolutamente tenerlo solo per me. Che significa "ubuntu"? Letteralmente può essere tradotto come: "Io sono perché noi siamo" o "Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti". Si tratta di una ideologia diffusasi nell'Africa sub-sahariana, che predilige il reciproco aiuto e si fonda su un denso concetto di umanità. Per quanto questa etica abbia assunto sfumature diverse a seconda del campo nel quale è stata applicata (politico, religioso, giuridico...), scevra da qualsiasi distorsione o manipolazione, conserva un ammirevole senso di compassione, condivisione, impegno sociale e generosità: un insegnamento che, a mio parere, è un invito agli uomini a tornare ad essere umani.
Ubuntu non significa non pensare a se stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?».
(Nelson Mandela)