L’ Ue ha deciso: carcere per frode sui mercati
Mancano solo le ultime formalità, un ultimo via libera al Consiglio dell’Ue per ufficializzare l’ultima proposta di regolamento sugli abusi della finanza in territorio europeo. La novità nonché fulcro dell’iniziativa, l’introduzione di sanzioni penali quali il carcere per almeno 4 anni a chi ritenuto colpevole di manipolazione di indici e/o insider trading, e 2 anni per abuso di informazioni privilegiate.
La pubblicazione nella Gazzetta ufficiale è prevista per giugno, dopodiché tutti gli stati dell’Unione Europea avranno 24 mesi per per l’adozione delle misure, che regolano in modo più stringente anche le piattaforme elettroniche, finora escluse dalla legislazione europea.
Nel diritto europeo i regolamenti a differenza delle direttive hanno portata generale. Essi operano con rango almeno legislativo e si impongono in via non mediata ai destinatari, insomma in posizione superiore rispetto alle norme legislative interne di tutti i membri dell’Ue, avendo effetti diretti immediati; Le direttive invece sono indirizzate agli stati aderenti ai quali spetta poi eseguirle scegliendo la via preferita, con il percorso legislativo ritenuto necessario.
L’adozione di un regolamento demarca ancor di più la campagna Ue contro l’abuso finanziario. Per Viviane Reding, commissaria alla Giustizia, e Michel Barnier, responsabile del Mercato interno, “è un messaggio forte di ‘tolleranza zero’ verso chi abusa delle informazioni privilegiate in possesso cercando di manipolare il mercato”.
Nel dicembre scorso, L’antitrust dell’Ue multò diversi colossi della finanza mondiale con una sanzione totale di 1 miliardo e 600 milioni di euro. Manipolazione degli indici Libor e Euribor, creazione di cartelli illegali (con ripercussioni sui prestiti interbancari e interessi relativi a mutui ipotecari) le infrazioni commesse. Reati che oggi, con l’adozione dell’ultimo regolamento, avrebbero comportato il carcere ai diretti responsabili delle frodi finanziari: manager, broker, agenti ect ect. Insomma colletti bianchi.
Durante i giorni della multa il il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia chiariva così: «La decisione di oggi manda un chiaro messaggio, e cioè che la Commissione europea è determinata a combattere e sanzionare questi cartelli del settore finanziario. Un sana concorrenza è fondamentale per garantire che i mercati finanziari funzionino correttamente e al servizio dell’economia reale, non nell’interesse di pochi». Dunque, già si tangeva con mano l’intenzione degli organi dell’Unione europea di regolamentare un settore legislativamente selvaggio quale la finanza.
Le nuove norme avranno come obiettivo quello di parificare le leggi interne degli stati membri, per cultura e storia legislativa, molto differenti tra loro, anche per durata e pesantezza delle sanzioni. In Estonia i reati finanziari sono puniti con 30 giorni di carcere.
A poco più di un mese dalle elezioni per il Parlamento dell’Ue, non c’è dubbio che tra le istituzioni europee ci sia anche un obiettivo d’immagine. Porsi a difesa di quel settore battuto e ribattuto in tutte le campagne elettorali anti-europeiste dell’Unione: la finanza (e l’euro ovviamente). La speranza è quella di poter ridurre l’euroscetticismo divampante, e che ormai sembra chiaro, caratterizzerà le urne del 24 e del 25 maggio.