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Il post sulla xilografia che parla della strana apparizione di un oggetto simile a un missile nell'Arabia del 1479 ha scatenato il nostro amico Tigrino, "corrispondente" ufficiale da Mosca per il blog. E in un amen ecco che ci ha cavato questa curiosa storia riferita al 1663 e a una zona della Russia che all'epoca era chiamata Robozero. Alla vostra lettura quanto mi ha mandato
«La stupefacente apparizione di Robozero». Cosi' venne definito l’evento straordinario descritto nelle cronache del Monastero Kirillo-Belozerskij riferite ad eventi celesti; tale evento si verifico’ nella zona della Russia del ‘600 allora nota come “Robozero”, ora regione di Vologda, caratterizzata dalla presenza dell’omonimo lago. Il 15 agosto 1663, tra le ore 10 e le ore 11 del mattino, sulla zona lacustre comparve improvvisamente, proveniente da ovest, un immenso oggetto infuocato, preceduto da un rumore assordante. Aveva un diametro di almeno 40 metri. Lentamente plano’ sulla superficie del lago librandosi poi su di esso. Dalla parte anteriore dell’oggetto scaturirono due raggi luminosi, diretti verso la superficie dell’acqua, e sui lati dell’oggetto si vide come un alone di fumo di colore grigio-azzurro. Dopodiche’ l’oggetto scomparve alla vista, per poi ricomparire all’incirca a mezzo chilometro di distanza dal luogo in cui era stato originariamente avvistato. E cosi’ fece una terza volta, dopodiche’ scomparve definitivamente. Le evoluzioni della sfera infuocata al di sopra del lago durarono circa un’ora e mezzo. Durante la sua apparizione, sul lago si trovava una barca con alcuni pescatori. Costoro tentarono di avvicinarsi all’oggetto librato sulla superficie a poca distanza, ma fu tutto vano. L’oggetto emanava un calore insopportabile ed era impossibile avvicinarlo. La sua luce era cosi’ potente che era possibile vedere chiaramente il fondo del lago, a circa 8 metri di profondita’, e i pesci che fuggivano all’impazzata dalla zona illuminata. La’ dove l’oggetto infuocato si trovo’ piu’ vicino all’ acqua, si formo’ sulla superficie della stessa una specie di “pellicola” di colore marrone, simile al colore della ruggine, che successivamente venne portata via dal vento. L’evento venne ritratto su un quadro del pittore russo di San Pietroburgo Nikolay Petrovich Potapov: il dipinto rende molto significativamente l’effetto dei due raggi scaturiti dalla misteriosa sfera, in base al racconto delle cronache monastiche dell’epoca.
Che cosa fu in realta’ quel fenomeno? Se fosse stato un miraggio, non si sarebbero pero’ spiegati il rumore assordante che lo accompagno’, il calore emanato dall’oggetto, il comportamento dei pesci, nonche’ la comparsa della “pellicola” color ruggine sulla superficie dell’acqua. Potrebbe essere stata un’allucinazione? Poco verosimile anche questa spiegazione, dal momento che tale fenomeno fu osservato da almeno due gruppi distinti di persone, distanti tra loro alcune centinaia di metri. E le testimonianze dei vari gruppi combaciavano perfettamente, circa l’evento e le sue manifestazioni collaterali. Anche dal sagrato del Monastero i monaci osservarono l’evento misterioso, come testimoniato dalla loro cronaca, anche se lo descrissero meno dettagliatamente rispetto ai pescatori, che ebbero a trovarsi piu’ vicino all’oggetto misterioso. Anche l’ipotesi meteorica non e’ verosimile: una meteora non compie evoluzioni su una superficie lacustre per un’ora e mezzo, sparando raggi ben distinti a illuminare le acque sottostanti. E anche la velocita’ ridottissima, in alcuni momenti pari a quella della barca, non fa propendere per questa spiegazione. Idem per quanto riguarda la tesi di un fulmine globulare. Dice la cronaca: «Dalle profondita’ celesti, non da una nuvola, scese un gran fuoco sul Robozero, e si diresse verso mezzogiorno, costeggiando il lago, e sull’acqua volando…». Quindi che cosa volo' sul Robozero quel lontano 15 agosto 1663? Difficile a dirsi. Ma quello che venne riportato dale cronache monastiche ha tutti i titoli per essere definito un… Ufo russo ante litteram. Se in Arabia nel 1479 vedevano qualcosa di simile a un missile, qui non erano da meno...
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