E' una pianta da frutto originaria del Medioriente utilizzata dall'antichità per l'alimentazione.
I suoi frutti, le olive, sono impiegate per l'estrazione dell'olio.
La pianta comincia a fruttificare verso il 3º- 4º anno e inizia la sua piena produttività verso il 10º anno, la maturità è raggiunta dopo circa i 50 anni.
È una pianta molto longeva, con condizioni climatiche favorevoli un ulivo può vivere parecchi secoli.
- Le radici
- Il fusto
- La chioma
È una pianta sempreverde, la cui attività è continua con attenuazione nel periodo invernale.
- Le foglie
La pagina inferiore è biancastra.
- Il fiore
- I fiori
- La fioritura
L'aspetto più interessante è la capacità d'adattamento, la sua resistenza alla siccità si protrae per molti mesi.
In caso di siccità, i germogli cessano di crescere, si riduce la superficie traspirante con la caduta di una parte delle foglie, in questo modo gli ulivi superano le lunghe estati calde manifestando una ripresa vegetativa solo con le prime piogge.
I frutti immaturi, di colore verde, per l'alimentazione possono essere conservati in acqua salata o nell'aceto.
I frutti maturi, di colore nero, sono destinati a diventare olio. Il miglior olio da tavola è l'Olio Extravergine d'Oliva ottenuto sottoponendo le olive ad una pressione a freddo.
Una seconda pressione, più forte e a caldo produrra un olio di qualità inferiore.
Gli scarti della spremitura, o sansa, sono destinati ad usi industriali (concimi, saponi, ecc.)
L'Ulivo nel territorio garganico ha un ruolo fondamentale e antichissimo.
Sul Gargano potrete osservare vasti uliveti in quasi tutto il territorio, con esemplari millenari e in perfetta salute, grazie a persone che con cura e parsimonia, portano avanti una tradizione tramandata da secoli dai propri avi.
L'Ulivodi Gabriele D'Annunzio Laudato sia l'ulivo nel mattino!
Una ghirlanda semplice, una bianca
tunica, una preghiera armoniosa
a noi son festa.
Chiaro leggero è l'arbore nell'ariaE perché l'imo cor la sua bellezzaci tocchi, tu non sai, noi non sappiamo, non sa l'ulivo.
Esili foglie, magri rami, cavotronco, distorte barbe, piccol frutto,ecco, e un nume ineffabile risplendenel suo pallore!
O sorella, comandano gli Ellèni
quando piantar vuolsi l'ulivo, o côrre,
che 'l facciano i fanciulli della terra
vergini e mondi, imperocché la castitate sia
prelata di quell'arbore palladio
e assai gli noccia mano impura e tristo
alito il perda.
Tu nel tuo sonno hai valicato l'acque
lustrali, inceduto hai su l'asfodelo
senza piegarlo; e degna al casto ulivo
ora t'appressi.
Biancovestita come la Vittoria,
alto raccolta intorno al capo il crine,
premendo con piede àlacre la gleba,
a lui t'appressi.
L'aura move la tunica fluente
che numerosa ferve, come schiume
su la marina cui l'ulivo arride
senza vederla.
Nuda le braccia come la Vittoria,
sul flessibile sandalo ti levi
a giugnere il men folto ramoscello
per la ghirlanda.
Tenue serto a noi, di poca fronda,
è bastevole: tal che d'alcun peso
non gravi i bei pensieri mattutini
e d'alcuna ombra.
O dolce Luce, gioventù dell'aria,
giustizia incorruttibile, divina
nudità delle cose, o Animatrice,
in noi discendi!
Tocca l'anima nostra come tocchi
il casto ulivo in tutte le sue foglie;
e non sia parte in lei che tu non veda,
Onniveggente!