Ci vuole una faccia come il culo, o no? Siccome (forse) domani lo butteranno fuori dal Senato, Silvio ha finito per sentirsi come il marito buttato fuori di casa dalla moglie. E come sempre accade quando un marito sente scappargli dalle mani il potere assoluto sulla moglie e sui figli, da di testa. Silvio non commetterebbe mai un femminicidio, anche perché sarebbe una strage, però fa leva sui sentimenti più profondi e alibizzanti degli italiani: i figli. Presa carta e penna, ha scritto di proprio pugno una lettera ai senatori del Pd e del M5S nella quale dice: “Siccome c'ho sette testimoni nuovi di zecca e otterrò la revisione del processo, attenti a buttarmi fuori dal Senato perché ve ne pentirete davanti ai vostri figli”. Ora, può un uomo normale essere in possesso della stessa bronzaggine di Silvio? Come può l'inventore del bunga-bunga, nonché scopador cortese di veline, aspiranti miss, cantanti, attrici, igieniste orali minorenni e figlie (sempre minorenni) di ex autisti di Bettino Craxi, dire agli altri “vi vergognerete davanti ai vostri figli”? D'altronde non fu lui che giurò sulla testa dei figli che era un marito casto, illibato e fedelissimo? La disperazione gioca brutti scherzi, spesso però è un alibi efficacissimo che di solito fa giocare, nei processi, la carta delle attenuanti. Ma Silvio non è il ladro di polli che ruba per sfamare la famiglia, è un evasore fiscale (lo ha stabilito la Corte di Cassazione) che, tra l'altro, ha inventato di sana pianta i meccanismi per evadere, reato che ha continuato imperterrito a commettere anche dopo l'assunzione di incarichi pubblici. I toni da tregenda, gli ultimatum, le chiamate in correità fanno parte del bagaglio di un ex chansonnier ed ex cabarettista giunto alla fine di una splendida carriera che tira pietosamente a campare ripetendo stancamente le stesse battute che gli hanno dato un po' di celebrità. Chiudere però il ventennio berlusconiano con una battuta non si può. Si potrà parlare della fine di un regno quando il Monarca e i suoi giannizzeri (non solo forzaitalioti o pidiellini, ma anche del Pd, dell'Udc, di An, del Gal, dei Responsabili, di SC e di chi più ne ha ne metta), verranno processati tutti insieme per il reato di genocidio. Sì, delle intelligenze e della memoria storica di un intero popolo.
Magazine Opinioni
L'ultima barzelletta di Silvio: “Salvatemi o ve ne pentirete davanti ai vostri figli”. Meglio di Mohammed Esposito
Creato il 26 novembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Ci vuole una faccia come il culo, o no? Siccome (forse) domani lo butteranno fuori dal Senato, Silvio ha finito per sentirsi come il marito buttato fuori di casa dalla moglie. E come sempre accade quando un marito sente scappargli dalle mani il potere assoluto sulla moglie e sui figli, da di testa. Silvio non commetterebbe mai un femminicidio, anche perché sarebbe una strage, però fa leva sui sentimenti più profondi e alibizzanti degli italiani: i figli. Presa carta e penna, ha scritto di proprio pugno una lettera ai senatori del Pd e del M5S nella quale dice: “Siccome c'ho sette testimoni nuovi di zecca e otterrò la revisione del processo, attenti a buttarmi fuori dal Senato perché ve ne pentirete davanti ai vostri figli”. Ora, può un uomo normale essere in possesso della stessa bronzaggine di Silvio? Come può l'inventore del bunga-bunga, nonché scopador cortese di veline, aspiranti miss, cantanti, attrici, igieniste orali minorenni e figlie (sempre minorenni) di ex autisti di Bettino Craxi, dire agli altri “vi vergognerete davanti ai vostri figli”? D'altronde non fu lui che giurò sulla testa dei figli che era un marito casto, illibato e fedelissimo? La disperazione gioca brutti scherzi, spesso però è un alibi efficacissimo che di solito fa giocare, nei processi, la carta delle attenuanti. Ma Silvio non è il ladro di polli che ruba per sfamare la famiglia, è un evasore fiscale (lo ha stabilito la Corte di Cassazione) che, tra l'altro, ha inventato di sana pianta i meccanismi per evadere, reato che ha continuato imperterrito a commettere anche dopo l'assunzione di incarichi pubblici. I toni da tregenda, gli ultimatum, le chiamate in correità fanno parte del bagaglio di un ex chansonnier ed ex cabarettista giunto alla fine di una splendida carriera che tira pietosamente a campare ripetendo stancamente le stesse battute che gli hanno dato un po' di celebrità. Chiudere però il ventennio berlusconiano con una battuta non si può. Si potrà parlare della fine di un regno quando il Monarca e i suoi giannizzeri (non solo forzaitalioti o pidiellini, ma anche del Pd, dell'Udc, di An, del Gal, dei Responsabili, di SC e di chi più ne ha ne metta), verranno processati tutti insieme per il reato di genocidio. Sì, delle intelligenze e della memoria storica di un intero popolo.
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