Le valigie sono accatastate davanti alla porta d’ingresso. Lasciamo l’appartamento che ha accolto le nostre calde mattinate, lasciamo quel grande letto e i sogni che sono rimasti disegnati, il colore del mare immagazzinato fin dentro ai polmoni, la schiuma dei cavalloni e la sua incontenibile sensualità. Chiudiamo le persiane e scendiamo in giardino.La macchina digitale rimbalza dalle mani di Luca alle mie. Ancora qualche altro scatto, così che il sole si appiccichi per bene alle fotografie per non andarsene più via. La Calabria ora ci scorre davanti a ritroso mentre ribaltiamo nuovamente le distanze, mentre corriamo verso il nostro appuntamento. Il nostro appuntamento di mezzogiorno o giù di lì è al sicuro, è a prova di rallentamenti e di code sia sulla litoranea che sulla Salerno Reggio Calabria. Abbiamo deciso di attardarci e di intrattenerci tra le pieghe improvvisate del nostro viaggio e di rimandare Bologna per almeno un altro paio di giorni.Due ore dopo suoniamo il campanello al nostro appuntamento.Il luogo è Rende, la via e il numero civico segnano i pochi passi che ci separano.“Chi è?” domanda la voce dall’altra parte, quasi certa comunque della risposta. “SaporiDivini” annuncia Luca e per poco non scoppio a ridere. “Waaaa” fa eco Alice Ginevra, tanto per sottolineare la sua presenza di sostanza, considerando i suoi exploit. Usciamo dall’ascensore e ci troviamo faccia a faccia con i suoi occhi di un azzurro mare, reso ancora più lucente dall’emozione e dall’attesa.Lei è la nostra Annamaria. Nostra perché siamo rimasti in contatto fin dalle pagine iniziali del nostro blog, condividendo seppure da lontano vita e fornelli, pensieri, opinioni; ammirando profondamente, noi, la sua schiettezza e la sua autenticità, due perle che brillano di luce propria in un contesto dove spesso e purtroppo la finzione e l’adulazione fine a se stessa riversano chili di nero su bianco.Lei è così, sincera, spontanea e dà voce a ciò che pensa. Annamaria e Raffaele sono una coppia affiatatissima, un tutt’uno, l’uno il completamento dell’altro, così come sentiamo di essere Luca ed io. La cosa piacevole, la sorpresa non sorpresa quando incontri qualcuno per la prima volta, è sentirti come se ai piedi avessi le pantofole. Sentirti come se avessi varcato la porta di casa sua altre mille e mille volte, tanto forte ed assoluta è la sensazione di familiarità che avverti. Alice Ginevra dal canto suo e dall’alto della sua spontaneità, non solo è in pantofole, ma addirittura cammina a piedi nudi.La casa di Annamaria le si spalanca davanti come il paradiso in terra, il balcone è fiorito e pieno di foglioline da accarezzare, per non dire strappare, il divano è una bellissima giostra per rotolarsi e fare su e giù e gli oggetti preziosi disseminati sui tavolini e sugli scaffali sono una tentazione irresistibile. Mamma e papà a casa li tengono chiusi dentro vetrinette sigillate, a prova di manine di bimba, per quanto quelle manine furbissime riescono spesso a scardinare le chiusure posticce. Consapevole che qui non ci sono vetri che le negano l’accesso, lei si lancia all’arrembaggio, allora la devo rincorrere per evitare che con guizzo felino si appropri ora dell’elefantino, ora della scatolina di porcellana o del portafoto di cristallo. Alla fine ripiega su altro e si accontenta di portare a spasso per la casa il cesto con la biancheria pulita, che stende accuratamente e premurosamente sul pavimento di casa, mentre Annamaria insiste perché la lasci libera di muoversi.E’ talmente in sintonia con l’ambiente che a fatica riesco a farle mangiare la sua pappa, non ne vuole sapere nemmeno di sfogliare il suo inseparabile libro di favole. Sull’appetito ha la meglio la sua indole da esploratrice, sparisce da una stanza e riappare in un’altra e solo quando ci sediamo tutti a tavola mi si aggrappa insistentemente alla gamba e mi fa capire che vuole condividere il pranzo, o forse dovrei dire il banchetto, con noi.Si comincia con la famosa pasta con fagioli e cozze di cui avevamo tanto sentito parlare, un piatto campano, un piatto unico, talmente è ricco e pieno, cucinato divinamente da Annamaria, questo dobbiamo dirlo. Ad apprezzarlo, anche la Pupattola, che nonostante il peperoncino, si porta il cucchiaio alla bocca una prima volta e poi continua ad intingerlo soddisfatta nella pasta. E’ solo un dettaglio il fatto che più tardi stenderà la pasta come cera anche sul pavimento, tanto per farmi sprofondare e drizzare i capelli in testa, e fare ridere di gusto invece, Annamaria e Raffaele. “Tanto comunque lo avrei dovuto lavare” dice Annamaria, riferendosi al pavimento, ma a me pareva così bello lucido già prima. Mentre la Pupattola si esprime a modo suo, sul tavolo si susseguono le portate, salsicce, contorno di melanzane, di cui personalmente mi servo per ben tre volte, poi il dolce, un semifreddo che Alice Ginevra mangia a cavalluccio sulle mie gambe, appropriandosi decisa del mio cucchiaino e persino del secondo che Annamaria mi porge, come per farmi capire che le servono entrambi e che non ha intenzione di dividere il dessert con nessun altro. Per finire un meraviglioso caffè freddo shakerato, con la cremina tutta da leccare, su questa tavola apparecchiata, condita, imbandita da chiacchere e senso di rilassatezza, dalla condivisione degli stessi pensieri su tante cose e da un unico e solo rammarico, anch’esso condiviso, quello di non poterci trattenere un altro giorno ancora.Stasera saremo in Puglia, ma gli occhi commossi di Annamaria ce li porteremo con noi. ******************************
RISOTTO MARINAROIngredienti:
4 gallinelle
6-7 cannocchie6 triglie di scoglio1 polipo da circa 1kg10 mazzancolle1 carota1 costa di sedano1 fogliolina di salvia1 fogliolina di basilico1 fogliolina di origano500 ml di passata di pomodoroolio extravergine d'olivaun pizzico di peperoncino1 cipolla1 mezza melanzana lunga1/2 bicchiere di vino bianco secco Questo risotto delizioso a base di pesce ha la particolarità che il pesce non si vede, ma si sente. Bisogna preparare un brodetto che poi filtreremo ed useremo per cucinare il risotto.In una pentola capiente che riempiamo per metà di acqua, uniamo il sedano, la carota e il polipo, le cannocchie, le triglie, le gallinelle e le mazzancolle con il loro carapace. Aggiungiamo anche le foglioline di odori. Facciamo cuocere per circa 30 minuti, poi aggiungiamo mezzo litro di passata di pomodoro.Facciamo cuocere a fuoco lento, finchè il brodo è ridotto circa di metà ed il sapore è ricco ed intenso. Aggiungiamo un pizzico di peperoncino o se si preferisce, di pepe nero, ma proprio poco in entrambi i casi. Rimuoviamo la pentola dal fornello e togliamo dal brodo il polipo intero (che useremo per preparare un altro piatto) e le mazzancolle. A questo punto filtriamo il brodo con un colino a maglie fini e lo teniamo da parte, mantenendolo caldo. Nel frattempo tritiamo la cipolla finemente, tritiamo la mezza melanzana anch'essa finemente e le poniamo entrambe in un tegame con un filo di olio extravergine dove cucineremo il risotto. Quando le verdure sono dorate uniamo il riso e lo facciamo tostare per un minuto. Sfumiamo con il vino bianco e quando è evaporato, cominciamo ad aggiungere man mano un mestolo di brodetto di pesce. Continuiamo fino a cottura completa del riso, dopodichè lasciamo mantecare con un filo sottile di olio extravergine d'oliva e impiattiamo. E' un piatto che merita davvero, buonissimo, equilibrato, ricco. Il pesce non c'è, ma si sente tutto
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