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L'ultima conferenza stampa del Prof. Itnom

Creato il 19 dicembre 2011 da Ilgrandemarziano
L'ultima conferenza stampa del Prof. ItnomEntra nel salone con uno sguardo severo, la faccia scolpita nel granito. Si sistema al tavolo dietro ai microfoni con l'espressione di una bistecca che sta per essere messa su una griglia, mentre uno stuolo d'uomini in occhiali da sole e auricolare prendono posizione intorno a lui senza troppa discrezione. Nella platea i giornalisti fremono come un branco di coccodrilli a digiuno. Poi si ode una voce che si schiarisce e un timido: «Okay, possiamo cominciare». Pausa. Frustate di flash. I coccodrilli tengono in caldo le mandibole, mentre dalle finestre proviene il sordo mormorio del moto ondoso della folla in peggioramento. Il Prof. Itnom solleva il bicchiere di carta, illudendosi di farsi un sorso di coraggio.
«Buongiorno a tutti e grazie di essere intervenuti con così poco preavviso.» Già un'altra pausa sorso. Occhi acquosi, vaganti. Non c'è niente di abbastanza consolatorio in giro cui aggrappare lo sguardo. O niente di sufficientemente amichevole cui aver voglia di dare confidenza. «I dati dell'ESCO li avete già sentiti tutti e sono stati confermati stamane. Dunque, nonostante la manovra appena approvata dal Parlamento, per l'anno a venire è previsto un aumento del LIP del 14,4%, che corrisponde a un incremento dei posti di lavoro di almeno 1.800.000 unità nell'arco dell'intero anno.» Brusio. L'eco della voce rimbalza dagli altoparlanti del megaschermo in piazza che segue in diretta la conferenza stampa e fa precipitare le condizioni meteo.
«Posso confermare che, date le circostanze, il governo ha messo in atto tutte le misure possibili e plausibili, compatibilmente con le forze politiche presenti in Parlamento (NdA la maggioranza assoluta di estrema sinistra), che il nostro paese poteva ragionevolmente affrontare. Forse in passato sono stati compiuti degli errori, ma solo chi non agisce, non sbaglia. D'altro canto è anche sotto gli occhi di tutti che la crisi ha una natura globale, basti vedere cosa sta succedendo agli altri paesi dell'unione e agli ASU. Dunque, quello che posso dirvi, oggi, qui, ora, è che la cosa migliore è ammettere di trovarsi in una situazione di (tono funebre) crisi, crisi davvero molto grave.» Pausa sorso. Poi il Prof. Itnom si aggiusta gli occhiali e riprende la ripidissima salita col fiato di uno del tutto fuori allenamento.
L'ultima conferenza stampa del Prof. Itnom«Per questo motivo, il Governo sarà costretto a far approvare una manovra aggiuntiva per aumentare i livello dei consumi obbligatori di beni materiali. In tal senso è allo studio l'introduzione di una diminuzione consistente dell'AVI. È altresì evidente che, nostro malgrado, non potremo sottrarci a un incremento degli orari di lavoro per sopperire all'aumento di richiesta di manodopera industriale. Capisco che per i cittadini un passaggio da venti ore obbligatorie alla settimana, a quaranta, può risultare molto oneroso anche sotto il profilo della qualità della vita, e che questo rischierà di far aumentare gli stipendi medi fino al 150%, ma posso assicurare che il Governo ascolterà le parti sociali e farà ogni sforzo possibile per mantenere la manovra equa. In tal senso il Ministro del Lavoro sta già studiando l'incremento degli stipendi e delle indennità di tutti i dipendenti pubblici, Parlamentari inclusi, come pure un sostanziale abbassamento dell'età pensionabile, nella speranza di invertire la pericolosa e disgraziata tendenza che si profila all'orizzonte del nostro immediato futuro. Grazie.»
Dato il difficile momento, il Prof. Itnom non concede domande. Si alza mentre i coccodrilli stridono protendendo le loro fauci e lui scompare dietro il simbolo dell'Ailati. Il suo braccio destro gli consiglia di aspettare prima di uscire, che la gente digerisca la notizia, che le onde si plachino almeno un po', ma lui scuote la testa, dice di no, dice che vuole metterci la faccia, affrontare la tempesta che si è scatenata fuori dell'edificio. Se vedranno che avrà il coraggio lui, se lo vedranno uscire a testa alta, lo rispetteranno e si faranno coraggio anche loro. Ma le condizioni, fuori, sono davvero difficili, troppo difficili e gli uomini con gli occhiali da sole lo perdono quasi subito di vista. Il Prof. Itnom scompare tra i cavalloni di carne, mani tese, urla, insulti e striscioni. Nessuno lo vedrà più. Molte cose possono essere in qualche modo fatte digerire al popolo, magari anche grazie a un'oculata politica di (dis)informazione, ma la Crescita, oddio, quella proprio no.

[Credits: il Monti in versione Ultimatum alla Terra è di Lameduck.]

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