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Mentre un po' tutti parlano del nuovo volume dedicato a Tex firmato Serpieri qui si continua a guardare al passato, nello specifico al 1997 anno in cui usciva l'undicesimo Texone, quello con le matite dell'artista croato Goran Parlov. E' un artista giovane quello al quale vengono affidate le matite de L'ultima frontiera, un disegnatore trentenne che in Bonelli si era già fatto notare grazie ai suoi lavori su Nick Raider e che aveva frequentato le lande assolate del west dalle parti del Ken Parker Magazine.
Il sempre fedele Claudio Nizzi decide però di spedire il croato a disegnare tra le terre innevate del Canada tanto care a Jim Brandon e Gros-Jean, coprotagonisti dell'albo, e di far trovare sulla strada di Tex Willer e Kit Carson il peggior demonio uscito dall'inferno, tanto per dirla con le parole di Brandon. Jesus Zane è probabilmente l'antagonista più riuscito fino a questo momento tra quelli presentati sui vari Texoni, un meticcio indiano che potrebbe essere considerato l'incarnazione pura e insensata dell'odio, uno di quei fetenti che non vedresti l'ora di strozzare con le tue mani.
Fisicamente Zane assomiglia molto al Daniel Day Lewis de L'ultimo dei Mohicani, proprio come il Ned Ellis di Magico Vento che casualmente arriva in edicola nello stesso momento in cui vi fa capolino L'ultima frontiera e sul quale più avanti lascerà il suo segno proprio Goran Parlov.
E' in contrasto stridente il candore del paesaggio innevato così ben descritto da Parlov nella prima parte dell'albo con l'odio abissale del vero protagonista della storia, un uomo che cova profondo rancore verso i bianchi e in particolare verso il suo vecchio amico d'infanzia Nat, colpevole ai suoi occhi di avergli portato via l'amore della bella indiana Sheewa. Quando neanche le giubbe rosse canadesi riescono a mettere il sale sulla coda all'indomito Jesus Zane, a Jim Brandon non resta che chiedere l'aiuto dei suoi due vecchi amici Kit e Tex.
E' un Tex duro e deciso quello che serve per affrontare un avversario come Zane, ed è così che Parlov lo dipinge sulla pagina, un ranger dallo sguardo fiero, dalla mascella forte e marcata, un pezzo d'uomo senza paura e privo d'esitazioni sempre ben piantato in terra, uno che non lo smuovi neanche con un caterpillar. Il tratto di Parlov è bello, netto, pulito e preciso, capace di imprimere sentimenti forti nei personaggi, che siano questi odio e fermezza o sorpresa e paura.
Ancora una volta il lavoro svolto sul Texone si dimostra degno della carica di aspettative che l'appuntamento con questa particolare uscita suscita di volta in volta.
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