Edward Snowden
17 GIUGNO – Un’altra Deep Throath è uscita allo scoperto. I giornalisti godono nell’ affibbiare, con questo epiteto, almeno una volta al mese, chiunque abbia fatto qualche dichiarazione ai quotidiani, su elementari spionaggi e pubblici segreti.
Già, perché la prima Gola Profonda (anzi, la seconda, dopo la Lovelace) ha contribuito con la caduta di un Presidente degli Stati Uniti e con la rivelazione di documenti e comportamenti estremamente riservati ed illeciti, ai quali avrebbe avuto accesso solo grazie alla sua altissima posizione dirigenziale. Stiamo parlando dell’allora numero 2 dell’FBI, ruolo tutt’altro che simile a quello ricoperto da Snowden.
L’ultima “Gola Profonda” si è palesata con il magnanimo intento di rivelare ai cittadini americani, che la Nazione spia loro. Sai che novità, nel 2013, raccontare che milioni di cittadini vengono controllati sulla base dei loro gusti, delle loro scelte, di tutto quello che, attraverso Internet, rendono pubblico. I social network in gran parte sono gestiti dalle aziende di marketing pubblicitario: i vari “I LIKE”, le conversazioni “twittiane” ed i canali pubblici in cui si caricano video, sono analizzati da professionisti alla ricerca di spunti commerciali.
L’FBI sta raccontando alle varie testate giornalistiche che non riesce a trovare , ma appena verrà rintracciato dovrà difendersi dalle accuse di divulgazione di documenti e programmi di sicurezza nazionale. Se l’FBI non riesce a rintracciare un semplice ex-tecnico informatico, a conoscenza poi di un decimo dei veri programmi e documenti scottanti statunitensi, allora dovrebbero rivalutare il concetto di “Investigation”.
Forse la situazione è più complessa di quello che credo io, ma la storia ci ha insegnato che le operazioni segrete rimangono segrete prima, durante e dopo. E non sarà un principiante a diffonderle, il quale è a conoscenza delle procedure standard, ma non del vero processo di controllo dei dati da parte delle grosse agenzie come NSA, FBI, e CIA.
Le intercettazioni telefoniche eseguite sui cittadini americani non dovrebbero nemmeno stupire più di tanto, per due ovvi motivi: esistono dai primi anni ’50, quando lo storico direttore dell’FBI Hoover, le utilizzava nelle proprie indagini e per il più semplice motivo per cui sicuramente moltissime conversazioni telefoniche saranno intercettate, ma non quelle del cittadino medio americano. I soggetti di intercettazione sono persone le cui attività vengono classificate come potenzialmente pericolose, o almeno questa è la nostra speranza.
Questo è comunque un argomento di cui siamo a conoscenza da decenni e, sicuramente, nel nostro Paese è presente una fitta rete di controllo dei dati uscenti da parte di numerose persone, i cui fini a noi rimarranno sempre poco chiari. Però tutto quello che Snowden ha deciso di divulgare non scoperchia nessun vaso di Pandora, anzi sottolinea ancora di più come la voglia di protagonismo colpisca oramai chiunque: l’ex-tecnico della CIA ha alzato un polverone che non avrà grosse conseguenze nelle limitazioni sul rispetto della privacy, ma almeno imporrà nelle persone maggiore cautela nella diffusione e nell’ esibizione della propria vita sulla piazza digitale.
Federico Trevisani
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