Fonte: La Stampa
C’era una volta la biblioteca. Una struttura in cui entravi e da cui – grazie a un semplice tesserino – potevi prendere in prestito qualsiasi libro, scelto tra le centinaia o migliaia a disposizione, gratuitamente. Per fortuna, c’è ancora. In futuro, però, potrebbe essere affiancata da un altro tipo di biblioteca: figlia del terzo millennio, virtuale, digitale, a pagamento. E’ l’idea venuta ad Amazon che, secondo un articolo del Wall Street Journal – tanto breve quanto citato, in questi giorni – starebbe pensando a un abbonamento per affittare ebook, da leggere sui suoi dispositivi portatili: il Kindle e l’imminente nuovo tablet.
Per abitudine e memorie dal passato, il parallelo con la biblioteca in carne, ossa, mattoni e carta è il primo che viene in mente. Un altro, forse più corretto, è quello con quanto sta avvenendo negli altri settori dove l’intrattenimento e la cultura si sposano ai bit. E dove, pian piano, il pubblico sta mostrando una crescente predisposizione verso forme di abbonamento, in certi casi preferite al vecchio standard dell’acquisto unitario. Gli esempi sono numerosi, anche se i più interessanti arrivano dall’estero e riguardano servizi non ancora disponibili in Italia. Nella musica, dopo un decennio speso in equilibrio tra il binomio iTunes/iPod e i download liberi e selvaggi da P2P, due novità stanno movimentando un po’ le acque. La prima, dai connotati ancora indefiniti ma dalle prospettive maestose, è l’avvento della nuvola, il cloud computing, con in prima linea tre big come Apple, Google e la stessa Amazon, desiderosi di affittare al pubblico i loro capienti server. La seconda, già vivace in molti paesi, è legata al successo di realtà come Spotify, Deezer, Mog, Rdio e Grooveshark. Servizi in streaming in cui le canzoni non si comprano, ma si affittano. Un po’ come l’eventuale tesserina di Amazon: paghi un tot al mese e ascolti in modo illimitato, scegliendo tra cataloghi che hanno ormai superato i 10 milioni di canzoni.
Stesso discorso, almeno dall’altra parte dell’Atlantico, per video e film. Da diversi anni negli Stati Uniti spopolano fenomeni come Hulu e Netflix (io ad esempio non ho la tv ma sono abbonata a Netflix: pago 8 dollari al mese e vedo in streaming film e documentari in tutta comodita’ dal pc. Diverse serie tv poi vengono passate online, quindi posso evitare l’abbonamento tv. Oggi poi e’ possibile affittare per pochi dollari film anche su Amazon e YouTube). Il primo è un servizio di streaming online, finanziato inizialmente dalla pubblicità e ora da abbonamenti premium, che permette all’utente di vedere online film e episodi di serie tv. Il secondo è l’ibrido che ha “ucciso” Blockbuster (in America Blockbuster ha fallito e sta chiudendo i negozi): prima attraverso un riuscito meccanismo di noleggi postali di dvd, adesso soprattutto per via digitale, con lo streaming di film a distanza, in abbonamento. Proprio “un Netflix per i libri” è la formula adottata dal Wall Street Journal per presentare il progetto di Amazon.
In realtà, tornando al mondo degli ebook, siamo solo alle fasi preliminari. Secondo il Wall Street Journal, Amazon per ora si è limitata a bussare alla porta dei grandi editori, con qualche ipotesi: l’abbonamento potrebbe riguardare solo i libri in catalogo e non le novità, potrebbe essere in qualche modo associato al pacchetto Amazon Prime, magari presentando anche qualche limitazione nel numero di ebook affittabili al mese. Gli editori, al momento, sembrano aver risposto con scetticismo e il freno a mano tirato. Il terrore di cannibalizzare le vendite di carta, più o meno razionale o masochistico che sia, è sempre molto forte. Così come quello di rafforzare il potere di Amazon, già enorme nell’industria editoriale del ventunesimo secolo. La società di Jeff Bezos potrebbe però avere in mano un paio di carte molto convincenti: l’offerta di un’alternativa al sistema Google Books (altro grande spauracchio per gli editori) e la consapevolezza del cambiamento nelle abitudini del pubblico, sempre più avvezzo a consumare ebook e probabilmente molto interessato a un’idea di biblioteca digitale.
La Stampa di dice anche in un altro articolo che “il 12 % degli statunitensi possiede ora un lettore di libri elettronici (una percentuale raddoppiata in soli sei mesi) e il fatto che, sempre nei primi mesi dell’anno in corso il numero di e-book venduti oltreoceano ha ormai superato quello dei libri a copertina rigida.”
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