Abbiamo già parlato del nostro amatissimo presidente dell’Inps, Mastrapasqua. Colui che dovrebbe occuparsi delle nostre pensioni e invece si occupa a piene mani dei suoi emolumenti derivati dai suoi ventiquattro incarichi, Inps compresa, percependo o perlomeno dichiarando al fisco la somma esagerata di un milione e duecento mila euro l’anno, pari a cento anni di pensione di un comune cittadino che ha sgobbato una vita.
Ebbene, dobbiamo parlarne ancora, visto che la trasmissione televisiva che seguo ormai ogni Venerdì sera in seconda serata, l’Ultima Parola, di Paragone, continua a porgli una domanda alla quale lui sfugge in continuazione come fuggono i truffatori scovati da Striscia la notizia per evitare le telecamere.
La domanda è: “Come fa a svolgere ventiquattro lavori in contemporanea? O perlomeno, come fa a svolgerli bene?”. Solo questo.
Intendiamoci, non è un truffatore, perlomeno non lo è nella misura in cui non viene considerato tale da chi gli permette di essere presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e nello stesso tempo di essere presidente, amministratore o altro di altri enti pubblici o privati.
Mi congratulo col conduttore Gianluigi Paragone che, nonostante Mastrapasqua abbia esercitato pressioni sulla Rai per evitare di mostrare i tentativi d’interviste alla sua persona, questo non ha ceduto e, anzi, insiste nell’argomento.
Bravo! Ce ne vorrebbero di più come lui.
Il problema, però – oltre a Mastrapasqua e ai parassiti come lui che succhiano le casse dello stato a piene mani, riducendo i pensionati veri sul lastrico e ritardando l’età per la pensione dei comuni mortali – è che c’è gente che non condanna queste cose. Infatti, anche nella trasmissione di ieri sera, a parte la gente incazzata contro questi barbari costumi, c’erano alcuni politici e giornalisti come Colaninno del Pd e Porro del Giornale (in pratica i due ex schieramenti, oggi soci in affari insieme a Monti, Fornero, Marchionne) che lo difendevano a spada tratta, con varie motivazioni tipo: “Va bene la caccia all’evasore, ma non facciamo anche persecuzione di chi guadagna molto”. Ed altre belinate del genere.
Paiono non accorgersi, questi difensori civili dei parassiti succhia soldi, che qui non si tratta di guadagnare molto, perchè se così fosse e fosse anche meritato, andrebbe benissimo. Qui si tratta di scroccare al popolo cifre esagerate degne dei redditi di Saddam, Gheddafi etc…
Ma possibile che esista ancora gente che crede giusto tutto questo? Mentre magari gli hanno appena detto che invece di andare in pensione a mille euro al mese quest’anno, ci dovranno andare tra cinque anni?
Ma roba da pazzi!
E per favore qualcuno non mi risponda che Saddam e Gheddafi erano molto più ricchi, perchè le braccia mi sono già cadute da tempo, non vorrei farmi cadere anche qualcos’altro.
IL CRONISTA
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