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L'ultima sigaretta

Da Marcello89

L'ultima sigaretta Un’altra sigaretta accesa, l’ultima. La cenere e i mozziconi hanno invaso il davanzale della finestra dalla quale scruto il mondo. Dalla quale tento di scoprire un panorama che, in un qualche modo, appare ogni giorno diverso. Ho sempre avuto il vizio di paragonare a me tutti gli oggetti, tutti i dettagli che scorgo.
A volte mi rivedo nel traffico di una strada a cui non è concesso di rimaner tranquilla ma che, in fondo, soffre la solitudine. Nessuno, neppure le auto parcheggiate, si fermano mai abbastanza a farle compagnia; altre volte mi sento come quelle due palme estirpate dal suolo natio, a cui è stata imposta una nuova dimora nel caos e nella frenesia di questa città in perenne costruzione; e ancora come i lampioni spenti che solo di notte riescono a farsi notare.
La mia anima inquieta galleggia nei fondi di un caffè che ho dovuto lasciare a metà.
Sono così riflessivo che do maggior priorità ai miei pensieri, piuttosto che ai piccoli piaceri del quotidiano. Sono incatenato dall’abitudine di lasciare che la cenere e i mozziconi di sigarette non mie sporchino l’aria che respiro.
Ma ora basta! Mi sono seccato. Afferro la tazzina e l’accosto alla bocca. Chiudo gli occhi e, bagnandomi le labbra, mi tuffo in quel frammento di irrealtà dove ci sono solo ambizioni e sogni da rendere concreti. Dove ci sono solo sorrisi e progetti da plagiare. Divento, come tutti, indifferente per necessità. Per salvarmi.
Non voglio più sapere se la tazzina è piena o vuota, m’interessa che ci sia ancora spazio per me. E, nonostante la finestra continui a riflettermi, io sono anni luce distante da quelle sbarre fatte di parole, pensieri e osservazioni che precludono l’istinto barattato con l’illusione di poter aver tutto sotto controllo.
Forse è tardi ma ho raggiunto finalmente anche io, barcollante e stanco, gli altri sulle sponde della quiete che non precede alcuna tempesta.
Ho raggiunto anche io gli altri sulle sponde del carpe diem, per cogliere l’attimo a discapito del mormorio di un animo che era diventato insaziabile.

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