L'ultima uscita di Mister B , tra l'apprezzabile slancio di verita' e l'induzione al crimine: " Eni, Enel e Finmeccanica trattando con altri Paesi per vendere i loro prodotti devono adeguarsi alle condizioni di quel Paese”.
L'uomo di Arcore, si sa, e' soggetto particolare. Tanto diabolico da autoconvicersi delle assurdita' piu' disparate, per rifilarle poi come verita' divina, spinto da un'intima convinzione di autenticita'. In questo complicato percorso, espressione forse della sua massima forza e debolezza, inciampa in pensieri che sono comuni a tutti, senza che nessuno altro si incarichi pero' di condividerne le ragioni e il senso. Memorabile la sua uscita sui cassintegrati Fiat, cui consigliava di occupare il tempo con un lavoretto "non ufficiale". Apriti cielo: sindacati, giornali, opposizioni, uniti in una pioggia di critiche. Peccato che tutti, nessuno escluso, ad uno zio nella medesima situazione avrebbero dato lo stesso, identico, consiglio. L'esternazione di ieri sulla necessita' di adeguarsi alle condizioni dei paesi cui si vuole vendere un prodotto, ivi compreso alla procedura di pagare mazzette, ha provocato reazioni sdegnate da tutti i fronti. Il problema e' che, oltre ogni ragionevole dubbio, tutti sanno che cosi vanno le cose all'estero qualche volta, e da noi quasi sempre. Lo scandalo quale sarebbe? Aver riportato un pensiero largamente condiviso ( e ancor di piu' adottato ) e' fatto assai meno grave della sua ripetuta , e metodica, applicazione. E poco importa che Mister B. lo abbia fatto in buona fede, o con intenti di craxiana memoria ( nessuno si tiri fuori, o il tempo presto o tardi, si incarichera' di chiamarlo spergiuro); ha semplicemente attestato una situazione in essere. Per una volta, le sue convinzioni collimano perfettamente con la realta' dei fatti, e me lo rendono piu' agevole nell'ascolto di un Maroni o un Bersani qualsiasi che gridano allo scandalo. Fare gli gnorri, miei cari politici professionisti, conviene sempre.