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L’ultima volta

Creato il 12 dicembre 2012 da Silvanascricci @silvanascricci

Vedremo soltanto una sfera di fuoco,
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà e solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.

L’Ultima Thule attende al Nord estremo,
regno di ghiaccio eterno, senza vita,
e lassù questa mia sarà finita
nel freddo dove tutti finiremo.

L’Ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un’ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo.

Gli ultimi versi della prima canzone “Noi non ci saremo” e gli ultimi versi dell’ultima canzone “L’ultima Thule” potrebbero essere cantati nel medesimo momento, gli ultimi, ideale continuazione e proseguio dei primi in un percorso artistico e personale di rara coerenza. Quello che sarà l’ultimo album di Francesco Guccini è, davvero, il più gucciniano di tutti; una sorta di summa e compendio di quello che è stato, assieme a De Andrè e Gaber, il più grande cantautore di questo paese. Questo sarà l’ultimo disco del Guccio e, almeno, lo sappiamo; così da toglierci quella patina di rimpianto che proviene dalle ultime volte che non abbiamo saputo essere tali e che abbiamo appena guardato senza sapere che non le avremmo perdute. De Andrè è stata la colonna sonora della mia infanzia quando mi venivano cantate le sue ballate nella serenita e nel tepore del mio piccolo letto; Vecchioni è la colonna sonora di tutta la mia vita, ma Guccini rappresenta il mio essere adulta. Per quarantacinque anni di ironia, rabbia, cultura, politica e passione: grazie.

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