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L'ultima volta che ho avuto 40 anni

Creato il 20 gennaio 2016 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi

Ed eccolo, puntuale come un Family Day ogni volta che si tratta di estendere diritti alle persone omosessuali, il mio post pippone sul compleanno.

Solo che questa volta non è un compleanno come tutti gli altri, sono arrivato a 40 anni, qualcuno mi dice che è un giro di boa importante, io credo di non essermi mai sentito così poco sicuro del mondo che mi circonda e forse anche di me stesso come in questo momento.

Se guardo all'uomo che sono diventato mi rendo conto di aver cambiato, come un serpente, pelle moltissime volte. Sono rimasto fedele ai principi importanti: la non-violenza, la pace, l'uguaglianza ma ho abbandonato da tempo l'assolutismo che era proprio del mio carattere, ho imparato con il tempo che non è sempre o tutto bianco o tutto nero e, soprattutto, mi sono reso conto che sono sceso a più compromessi di quel che avrei voluto. Così mi risveglio a 40 anni con l'idea che questa è, principalmente, un'altra opportunità. Non posso tornare indietro, non posso cambiare ciò che è stato, ma posso costruire qualcosa di diverso. Ci sono state molte cose che mi hanno fatto male. Ho trascorso buona parte della mia vita a rincorrere un sogno, l'ho raggiunto e poi mi sono reso conto che, sì, scrivere per me è vita, ma che l'unica cosa che mi rende felice sono gli affetti. E negli affetti l'amicizia è l'unico sentimento a non avermi mai deluso. Lo dico sinceramente, per me le amiche e gli amici sono la cosa più importante. L'amore, o per meglio dire, la mia idea di amore, invece ha subito un drastico cambiamento. Addio all'idea romantica dell'amore, ho dovuto fare i conti con la realtà e la realtà è che amare qualcuno, capire quel qualcuno, viverci insieme è terribilmente complicato. La realtà è che il tradimento fa parte della vita, che spesso credi di aver capito una persona e invece non hai capito proprio nulla, che le bugie entrano a far parte della tua quotidianità anche se tu hai sempre cercato la verità. E la scelta, alla fine, è tua. Restare o partire. E allora metti sulla bilancia la tua vita e ne trai le conclusioni. Scendi a patti con te stesso, scendi a patti con la tua esistenza. Anche il lavoro non è più quello che facevi dieci anni fa. I tempi cambiano, la società cambia, le persone cambiano e una bella mattina ti svegli forse meno arrabbiato con la vita, forse cominci a sentire quel senso di delusione che ti affligge, forse cominci a pensare che tu invecchi, certo, ma che invecchiano anche le persone che ti stanno accanto. E la vita, forse, vorrà che tu le perda queste persone (o che loro perdano te). E allora arrivi alla conclusione che anche se hai quaranta anni devi capire ancora un sacco di cose, e devi imparare ancora moltissimo, e magari passi i giorni a cercare di dare un senso alla tua esistenza. Scrivendo, piangendo, ponendoti quelle domande che non avresti mai pensato di porti, mettendoti continuamente in discussione. Quindi sì, ho 40 anni e sento di essere un vero disastro, sento di non avere nessuna risposta definitiva, sento che domani potrei cambiare idea. Ma ci sono cose che ho vissuto, in questi quarant'anni, che non dimenticherò mai e che mi porterò dentro per sempre. E forse sono queste cose che voglio ricordare nel momento in cui la vita deciderà che per me è finita. Sono felice. E sono triste. E sono sereno. E forse un po' spaventato. Ma mi dico che va bene così. Di certezze non ne voglio, preferisco continuare a crescere.


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