23 ottobre 2013 Lascia un commento
Il cinema italiano e’ morto da anni senza possibilita’ alcuna di resurrezione, lo dico qui, l’ho sempre detto. Ad ammazzarlo tra i tanti, i sostenitori dei finanziamenti pubblici, quelli dei soldi alla cultura e nello spreco da processo che si perpetua negli anni, nei decenni, un buco nero e maleodorante nel quale milioni di euro spariscono a badilate. Tra i film simbolo di questo orrore molto italiano, figura "L’ultimo capodanno" di Risi, il figlio Marco del celebre Dino.
Il nepotismo e’ scontato almeno quanto il dar fondo ai contributi alla cultura e non pochi per via di un costo di produzione altissimo che foraggia una pletora di semi-sconosciuti del cinema nostrano, quelli della cultura, quelli che vincono la Cozza d’oro al festival di Strasbergo Bassa (e’ talmente falso da essere verosimile) e poi sbavano per un’intervista su TV Sorrisi & Canzoni. Sommando tutto, questo film e’ stato per molti l’emblematica rappresentazione del Male.
La pellicola fu un tale flop che Risi decise di ritirala dalle sale tre giorni dopo la sua uscita.
Decisione per molti versi inspiegabile, giustificata forse dalla cattiva coscienza e dal rimorso tardivo di tanto spreco e insomma, a definirlo un fallimento non furono certo le illazioni di noi buzzurri ignoranti che non sappiamo dove la cultura stia di casa. Del resto si tento’ di giocare la carte Monica Bellucci, piu’ svestita che altro contando proprio su questo, per dare almeno una ragione per spendere soldi al cinema.
Ora, non e’ che non ci dorma alla notte pensando a "L’ultimo capodanno" e solo scontrandomi di recente col titolo, ho pensato di buttare via qualche ora della mia vita per guardare il fondo dell’abisso.
Ricapitolando, simbolo dello sperpero del denaro di Stato, rinnegato da regista e amici suoi, insuccesso di pubblico che nemmeno Cipri’ e Maresco e non ti viene fuori che e’ uno dei migliori film italiani prodotti negli ultimi 20 anni? Diverte tutto, divertono tutti, il peggio del cinema nostrano al suo meglio verrebbe da scherzarci su.
Inutile fare elenchi, del resto c’e’ una quanota’ di gente che tanto vale leggere i titoli di coda. Sugli altri Beppe Fiorello, chi l’avrebbe detto e Gianni Fierri, caratterista formidabile che adoro e che qui e’ un gigante.
Il piu’ banale e’ Haber, come interprete e personaggio ma Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis compensano.
Risi e’ bravissimo, forse non sempre azzecca il giusto ritmo ma basta l’inizio per farne un regista da rivedere, in ogni accezione possibile, anzi mollasse "l’impegno" che non fa nemmeno piu’ chic e si dedicasse all’entertainment vero, forse farebbe un’opera di bene per il nostro cinema e alla sua carriera .
Da comprare, noleggiare, ridare slancio all’economia recuperando i soldi spesi e nel contempo divertirsi, praticamente un’opera di bene con annessa ricompensa. Che volere di piu’?