Titolo originale: The Last Airbender
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Noah Ringer, Nicola Peltz, Shaun Toub, Jessica Andres, Aasif Mandvi, Keong Sim, Jackson Rathbone, Dev Patel, Cliff Curtis, Isaac Jin Solstein, Seychelle Gabriel, Randall Duk Kim, Dee Bradley Baker, Katharine Houghton, Ben Cooke, J.W. Cortes
Distribuzione: Universal Pictures, USA, 2010
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La Terra è divisa in quattro nazioni: Aria, Acqua, Terra e Fuoco, che rispecchiano i 4 elementi e che sono abitate da alcuni esseri particolari detti dominatori capaci appunto di dominare il proprio elemento. Le quattro nazioni hanno sempre vissuto in armonia, ma quando la Nazione del Fuoco decide di prendere il sopravvento inziano le guerre e i soprusi. L’unica speranza di porre fine alle lotte è riposta in un giovane ragazzo di nome Aang (Noah Ringer). Aang è l’ultimo dominatore dell’aria, l’unico superstite della stirpe dei Nomadi dell’Aria, è l’Avatar: l’Avatar è un essere umano (reincarnazione di tutti i precedenti Avatar) che racchiude in sé l’essenza del cosmo, con l’abilità di controllare tutti e quattro gli elementi. Aiutato da una giovane dominatrice dell’acqua di nome Katara (Nicola Peltz) e da suo fratello Sokka (Jackson Rathbone), Aang intraprende il suo viaggio per cercare di riportare la pace tra i regni in guerra. I ragazzi troveranno sul loro cammino un ambizioso ammiraglio della Nazione del Fuoco, Zhao (Aasif Mandvi) e il principe ereditario Zuko (Dev Patel), esiliato dalla Nazione del Fuoco da suo padre, in cerca di Aang per catturarlo e riguadagnare l’onore perduto.
M. Night Shyamalan, regista di pellicole inquietanti e di successo come Il sesto senso, The Village, e Signs, sempre al confine tra umano e paranormale, si cimenta in questo fantasy tratto dalla serie animata statunitense vincitrice di un Emmy, Avatar: The Last Airbender trasmessa tra il 2005 e il 2008 dal canale Nickelodeon. Quindi il regista si addentra in quel mondo legato più ai fiumetti e alle serie animate nel quale si era avventurato con Unbreakable- Il predestinato. La storia narrata è quella di Aang, giovanissimo Avatar in grado di controllare tutti e 4 gli elementi, che dopo una fuga legata alla paura delle responsabilità che il suo ruolo comporta, decide di tornare e di affrontare il suo destino. Tuttavia, essendo l’ultimo dominatore dell’aria, ossia l’ultimo membro della tribù dei Nomadi dell’Aria, e non avendo proseguito la sua preparazione a causa della fuga, egli è in grado di controllare solo l’aria, mentre sugli altri 3 elementi ha ancora moltissimo da imparare. Katara, una giovane e inesperta dominatrice dell’acqua e suo fratello Sokka, si offriranno di aiutarlo e tenteranno di difenderlo dal sovrano del Regno del Fuoco, che vuole eliminarlo per non avere più ostacoli alla conquista dei regni, e da suo figlio Zuko, umiliato e allontanato dal padre, che vede nella cattura del giovane Avatar un modo per poter tornare a corte e per poter riacquistare la fiducia paterna.
Il film rappresenta il primo capitolo di un’annunciata trilogia, tuttavia sono moltissime le cose da aggiustare e migliorare nelle due pellicole successive: in primis la totale assenza di pathos che caratterizza questa pellicola, un montaggio pessimo, un ritmo quasi inesistente, e la lentezza e la noia che regnano sovrane per quasi tutta la durata del film. Questo non è affatto degno del talento e dei risultati ai quali ci ha abituato il regista di origine indiana.
Le uniche note positive sono date dalla grafica, soprattutto nell’ultima parte del film, dalle scenografie, e dalle stupende scene di combattimento (ottimamente coreografate e ricche di effetti molto ben riusciti) e di apprendimento del controllo dell’acqua da parte di Aang e di Katara, con movimenti molto precisi ed eleganti che esprimono la purezza e l’eleganza delle arti marziali e della filosofia orientali. Infine last but not least, da salvare indubbiamente la performance dell’esordiente Noah Ringer, cintura nera di Taekwondo e campione dello Stato del Texas, approdato alla recitazione praticamente per caso, data la sua somiglianza fisica al personaggio della serie animata e alla sua conoscenza delle arti marziali, e quella del bravissimo protagonista di The Millionaire Dev Patel, mentre decisamente insufficiente la prova di Jackson Rathbone e di Nicola Peltz.
In definitiva una pellicola scialba e tutt’altro che avvincente. Speriamo che nei capitoli successivi si faccia tesoro degli errori commessi.
Conclusione: Da evitare.
Voto: 5