15 ottobre 2012 Lascia un commento
Diffido dei fenomeni forse perche’ chi li elegge tali, generalmente e’ un cretino.
S’intende non sia una regola esatta ma spesso funziona e sara’ per questa ragione che M. Night Shyamalan al suo esordio col botto in serie A, non e’ che mi avesse poi convinto del tutto, non tanto per il clamore suscitato e nel piattume generale persino giustificato, quanto perche’ le lodi sperticate di solito sottendono spinte che creano miti ingiustificati e poco duraturi.
Poi accade che inizi a deludere proprio chi lo esaltava, colpa di marketing errato che nel riprodurre il successo de "Il sesto senso", non considerava gli sforzi del regista nel tentativo di affrancarsi da se stesso, mantenendo semmai costante il gioco con lo spettatore della sorpresona finale.
Ora non e’ il caso di prendere in esame l’intera carriera del nostro, fatto e’ che se vendi un film fantastico come thriller, potra’ anche essere stupefacente ma se non e’ cio’ che lo spettatore voleva, questi si sentira’ preso in giro ed in seguito negativo nei suoi giudizi.
Anche questo film e’ stato preso a pernacchie un po’ dappertutto e francamente non comprendo il perche’ dal momento che una favolona puo’ piacere o non piacere ma ha una sua sintassi che esula dal consueto, chiedendo in cambio occhi bambini e cuore leggero per essere vista.
Se poi la storia e’ tratta da una serie animata statunitense, trovo difficile esercitare una critica eccessiva.
Ad ogni modo in un regno lontano lontano, le quattro terre dominate dai quattro elementi, vivevano in pace sotto il controllo e la guida dell’Avatar finche’ questi non spari’ per cento anni, gettando i regni nel caos della guerra col fuoco che lentamente prese il sopravvento sugli altri elementi. Il ritorno dell’Avatr serivra’ a ripristinare l’antico ordine.
Prima parte delle tre previste, di veramente sbagliato trovo la scelta di alcuni dei protagonisti e vale sempre e comunque la regola che l’Occidente non sa e non puo’ riprodurre le atmosfere orientali, non perlomeno coi giusti sapori dove finanche le coreografie siano palesemente alterate per quanto, come in questo caso, talune siano stupefacenti. Che Shyamalan fosse ormai un regista maturo ce n’eravamo gia’ accorti, che fosse coraggioso pure, qui scopriamo che sa rimettersi in discussione ed e’ davvero apprezzabile.
La seconda parte, la aspetto volentieri.
S’intende non sia una regola esatta ma spesso funziona e sara’ per questa ragione che M. Night Shyamalan al suo esordio col botto in serie A, non e’ che mi avesse poi convinto del tutto, non tanto per il clamore suscitato e nel piattume generale persino giustificato, quanto perche’ le lodi sperticate di solito sottendono spinte che creano miti ingiustificati e poco duraturi.
Poi accade che inizi a deludere proprio chi lo esaltava, colpa di marketing errato che nel riprodurre il successo de "Il sesto senso", non considerava gli sforzi del regista nel tentativo di affrancarsi da se stesso, mantenendo semmai costante il gioco con lo spettatore della sorpresona finale.
Ora non e’ il caso di prendere in esame l’intera carriera del nostro, fatto e’ che se vendi un film fantastico come thriller, potra’ anche essere stupefacente ma se non e’ cio’ che lo spettatore voleva, questi si sentira’ preso in giro ed in seguito negativo nei suoi giudizi.
Anche questo film e’ stato preso a pernacchie un po’ dappertutto e francamente non comprendo il perche’ dal momento che una favolona puo’ piacere o non piacere ma ha una sua sintassi che esula dal consueto, chiedendo in cambio occhi bambini e cuore leggero per essere vista.
Se poi la storia e’ tratta da una serie animata statunitense, trovo difficile esercitare una critica eccessiva.
Ad ogni modo in un regno lontano lontano, le quattro terre dominate dai quattro elementi, vivevano in pace sotto il controllo e la guida dell’Avatar finche’ questi non spari’ per cento anni, gettando i regni nel caos della guerra col fuoco che lentamente prese il sopravvento sugli altri elementi. Il ritorno dell’Avatr serivra’ a ripristinare l’antico ordine.
Prima parte delle tre previste, di veramente sbagliato trovo la scelta di alcuni dei protagonisti e vale sempre e comunque la regola che l’Occidente non sa e non puo’ riprodurre le atmosfere orientali, non perlomeno coi giusti sapori dove finanche le coreografie siano palesemente alterate per quanto, come in questo caso, talune siano stupefacenti. Che Shyamalan fosse ormai un regista maturo ce n’eravamo gia’ accorti, che fosse coraggioso pure, qui scopriamo che sa rimettersi in discussione ed e’ davvero apprezzabile.
La seconda parte, la aspetto volentieri.