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L’ultimo feudo!

Creato il 01 settembre 2012 da Patuasia

Dunque dunque dunque… Laurent Viérin sostiene, tramite comunicato stampa, che il senso del Festival sui Popoli minoritari o Popoli senza Stato è quello di incoraggiare l’incontro fra le culture minori d’Europa e del mondo che avvertono la necessità di difendere le loro particolarità e prerogative, in sostanza salvaguardare la loro identità. Sono balle grosse come una casa che nascondono una verità anch’essa vecchia come il cucco: il desiderio di staccarsi dallo Stato centrale per poter fare i propri comodi in tutta libertà, l’autonomia non basta. Veniamo alla difesa dell’identità valdostana, alcuni divertenti e luminosi esempi: al Capodanno si festeggia con vino veneto; la sagra del mirtillo a Fontainemore ha offerto frutti del Trentino, facile acquisto da supermercato; l’assessore al Turismo si avvelena durante una cena dei Saveurs valdotains, con una tinca romana; il prosciutto di Bosses ha come testimonial i cosciotti brasiliani; la capitale delle Alpi ospita la sagra del pesce; La Thuile si inventa Chocolathuile; la birra è diventata la bevanda più tradizionale; a Charvensod la sagra del peperoncino difende un prodotto del territorio: quello calabrese. Il cognome più diffuso in Valle è Mammoliti e la Festa più sentita è quella di san Giorgio e Giacomo che con la difesa delle radici montane hanno poco in comune. Quale identità dobbiamo difendere? Quella di 200 anni fa? Come se la storia fosse un fossile e non un divenire? Quella di un popolo asservito al potere che usa tutto e tutti (‘ndrangheta compresa) per poter continuare a sfruttare la Valle diventata un feudo?


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